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MAFIA: DELL’UTRI, PM CHIEDE AMMISSIONE CONSULENZA SU TABULATI

Ansa - 12 febbraio 2002 - di Redazione

PALERMO - I pm Domenico Gozzo e Antonio Ingroia, pubblica accusa contro il senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri, processato per concorso in associazione mafiosa, hanno chiesto oggi ai giudici di Palermo di acquisire una consulenza su alcuni tabulati telefonici. Il Tribunale si è riservato di decidere nell'udienza di lunedì 18 prossimo. Le telefonate sarebbero avvenute tra persone vicine a ''Sicilia Libera'' (movimento politico autonomista che solo in un secondo tempo si seppe essere stato voluto e orchestrato dal boss corleonese Leoluca Bagarella cognato di Totò Riina), il principe romano…

MAFIA: GENCHI, DELL’ UTRI CHIAMAVA PENTITI DA STUDIO PREVITI

Ansa - 4 febbraio 2002 - di Redazione

PALERMO - Il deputato di Forza Italia Marcello Dell'Utri per contattare i collaboratori di giustizia Cosimo Cirfeta e Giuseppe Chiofalo avrebbe utilizzato una delle utenze telefoniche dello studio legale di Cesare Previti. Lo ha detto in aula il vicequestore Gioacchino Genchi, deponendo al processo che si svolge a Palermo in cui è imputato Dell'Utri. Il teste, che è consulente della Procura, ha ricostruito il traffico telefonico del periodo, compreso tra il 1997 ed il 1998, in cui, secondo l'accusa, il parlamentare di Forza Italia avrebbe progettato un piano per screditare…

MAFIA: DELL’UTRI; CONSULENTE RICOSTRUISCE CONTATTI TELEFONICI

Ansa - 28 gennaio 2002 - di Redazione

PALERMO - I movimenti ed i contatti telefonici del senatore Marcello Dell'Utri con persone indagate per traffico di stupefacenti e associazione mafiosa, prima della sua elezione al Parlamento avvenuta nel maggio del '96, sono stati ricostruiti oggi in aula del vicequestore Gioacchino Genchi, consulente della procura distrettuale di Palermo. Illustrando la sua relazione ai giudici della seconda sezione del tribunale, dove si svolge il processo al parlamentare di Forza Italia accusato di concorso in associazione mafiosa, Genchi ha ricostruito il monitoraggio delle carte di credito, incrociandole con le telefonate fatte…

Assalti ai tir, venti arresti

I mezzi rubati finivano in un garage giudiziario, a capo della banda c'era Vito Cuccia titolare di un deposito convenzionato. I proprietari dei camion spesso lasciano le carcasse che fruttano altri soldi - La criminalità scopre un nuovo affare che frutta miliardi. Grazie anche a complicità insospettabili

Repubblica - 4 dicembre 2001 - di Salvo Palazzolo

Un grande orecchio elettronico ha svelato l'ultimo miliardario affare del crimine a Palermo, le rapine ai tir. I cellulari utilizzati dai malviventi hanno detto più della confessione di un pentito: le centrali telefoniche e i ripetitori disseminati per la città hanno registrato fedelmente tutti i contatti e persino i percorsi. Così, la polizia ha scoperto una banda di 13 persone che godeva di complicità insospettabili, quelle del titolare di un deposito giudiziario, Vito Cuccia. L'ordinanza di arresto, firmata dal gip Renato Grillo, si fonda sulla maxiconsulenza tecnica dell'esperto informatico della…

Stipulati 400 contratti da un’agenzia allestita in un appartamento di via Migliaccio

Truffa delle false assicurazioni in manette quattro dipendenti

Repubblica - 23 settembre 2001 - di Enrico Bellavia

Quattrocento polizze fasulle, quattrocento attestati di rischio costruiti al computer con tanto di matrici e loghi delle compagnie assicurative. Contratti a prezzi concorrenziali, con premi competitivi, grazie alle classi di merito ribassate. Era questo il meccanismo di una truffa alle compagnie portata avanti da due subagenti e da altrettanti collaboratori: Fabrizio Polizzi, 36 anni, la sua convivente Clizia Scordo, 25 anni, Gerardo Carrese, 28 anni, e Maurizio Calandrino, 34 anni. I quattro sono finiti agli arresti domiciliari su ordine del gip Antonio Caputo, accusati a vario titolo di associazione per…

MAFIA: ARRESTATO LATITANTE ACCUSATO STRAGE BORSELLINO

Ansa - 7 agosto 2001 - di Redazione

PALERMO, 7 AGO - E' stato arrestato dai carabinieri a Chiavari, in Liguria, il boss latitante Gaetano Scotto, ritenuto il capofamiglia dell'Acquasanta, ricercato da otto anni, ritenuto uno degli uomini che avrebbe partecipato alla preparazione dell'attentato di via D'Amelio, in cui morì il procuratore Paolo Borsellino e gli agenti della scorta. Per questa accusa Scotto è stato condannato all'ergastolo. Il latitante, condannato a 16 anni di reclusione per traffico di droga, è fratello di Pietro, accusato di avere manomesso in via D'Amelio la linea telefonica dell'abitazione della madre del magistrato,…

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