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PALERMO - Quando lo avevano trovato sdraiato vicino al letto, un coltello da cucina al fianco, Giuseppe Lo Cicero, 47 anni, aveva il cranio sfondato (vedi "Cronaca Vera" n. 1652). Qualcuno si era accanito su di lui dopo avergli fallo tre iniezioni di valium e una di veleno. E ancora, non prima di aver tentato di soffocarlo con un sacchetto di plastica intorno alla testa e di strangolarlo con le mani e con la cintura dell'accappatoio. Era la nove del 15 aprile del 2004. Questa settimana ci sarà l'incidente probatorio…
LERCARA. Spunta il nome di Salvatore Umina al processo per l'omicidio di Salvatore Lo Forte, l'allevatore di Lercara Friddi, ucciso tre anni fa, a colpi di pistola mentre era a bordo del suo fuoristrada. Nuovi particolari arrivano dalla perizia sui tabulati telefonici svolta da Gioacchino Genchi, superesperto informatico della polizia. Sin dall’inizio delle indagini, il figlio della vittima, Francesco, raccontò di essere scampato al fuoco dei killer e di essersi rifugiato in una masseria. Da qui, poi, disse di avere avvertito i familiari che il padre era in pericolo, che…
Quando lo avevano trovato sdraiato vicino al letto, un coltello da cucina di fianco, Giuseppe Lo Cicero, 47 anni, presidente di una piccola cooperativa palermitana, aveva il cranio sfondato. Ucciso, secondo il medico legale, da un colpo sferrato con una statuetta di ceramica e legno. Qualcuno si era accanito su di lui con tre iniezioni di valium e una di veleno, dopo aver tentato di soffocarlo con un sacchetto di plastica e di strangolarlo con le mani e con la cintura dell’accappatoio. «La stessa fine che i congiurati fecero fare…
«Ho gia pianificato tutto x te cioè ho gia lasciato disposizioni al notaio al commercialista e al direttore di banca cosi siccome io scendo x la meta di febraio». L’sms è del 12 dicembre, ore 13.44, e rinfrancava il pranzo del probabilmente ansioso Camillo Pane. Come dire tutto ok, è fatta. E lui era già a fregarsi le mani, pronto a rivendersi il terreno appena comperato a un conoscente della ’ndrangheta. Non sapeva ancora che l’affare che stava portando a termine si sarebbe concluso in un massacro, dove lui avrebbe…
Più passano i giorni, più il colpo alla villa di Città Giardino assume i connotati di un giallo. Il confronto all’americana ha infatti rimescolato le carte e riportato le indagini al punto di partenza. E cioè alla domanda che torna ricorrentemente a far capolino nelle indagini: chi sono veramente i fratelli Giuseppe e Salvatore Di Lorenzo? E che ruolo hanno avuto nella rapina? Il primo, ormai è certo, è stato inchiodato da una leggerezza: l’avere perso un telefonino proprio nell’abitazione di via Ugo La Malfa. Sul secondo la vittima della…
CATANZARO — Non ci sarebbe nessuna pista esoterica, dietro lo sterminio della famiglia Pane. Ma, soprattutto, la strage di Caraffa del 27 marzo scorso non sarebbe stata compiuta per un «sacrificio» imposto da una setta satanica della quale avrebbero fatto parte Claudio Tomaino, unico arrestato per la strage e il cugino Eugenio Pane, assassinato assieme al padre Camillo, alla madre Annamaria e alla sorella Maria nell'agguato di contrada Treolivare. Nelle conclusioni del consulente tecnico della Procura di Catanzaro, Gioacchino Genchi, quel famoso «patto col diavolo» — una sorta di contratto…
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