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L’uomo che parlava ai computer

Undici anni fà veniva ucciso Luciano Petrini, l'informatico che aveva condotto perizie sul pc di Falcone. Un omicidio ancora irrisolto - Stranezze, coincidenze, ma per gli inquirenti la soluzione è la più facile: un nuovo caso Pasolini - Dopo aver testimoniato in processi eccellenti, fu trovato in una pozza di sangue

Left Avvenimenti - 20 luglio 2007 - di Fabrizio Colarieti

Quando le umane debolezze diventano un alibi per non indagare a fondo, accade che un caso rimanga irrisolto. Diventa un mistero. Uno dei tanti gialli che ci hanno appassionato e indignato per un periodo che, poi, abbiamo messo da parte. Questa è la storia di un uomo “perbene”, di uno stimato tecnico informatico di 37 anni trovato il 9 maggio 1996 nella sua casa-ufficio con il cranio fracassato dai colpi di un portasciugamani in ferro. È la storia di un delitto irrisolto. Siamo a Roma, al quarto piano del civico…

Trapani, fra mafia e servizi deviati

Limes - 1 febbraio 2005 - di Salvo Palazzolo

Giovanni Falcone andò via da Palermo con un rimpianto, non essere riuscito a indagare sulle attività di Gladio in Sicilia, che aveva avuto base a Trapani, con il nome di Centro Scorpione. La struttura segreta creata in funzione anticomunista negli anni Cinquanta era stata riconvertita trent’anni dopo in funzione antimafia, almeno così dissero i vertici del Servizio segreto militare quando Gladio fu svelata al paese dal presidente del Consiglio Giulio Andreotti, nel 1990. Ma quale attività contro la mafia aveva svolto il Centro Scorpione dall’anno della sua inaugurazione, ufficialmente il…

La pista americana

Quanti misteri restano nelle indagini sulle stragi di mafia del 1992-93: il biennio in cui è nata la nuova mafia, ma anche la nuova politica. Allora la parola-chiave era: trattativa. Tra gli uomini di Cosa nostra e lo Stato. E oggi?

Diario - 22 ottobre 2004 - di Gianni Barbacetto - Salvo Palazzolo

C’è una nuova «pista americana» nelle indagini sulle stragi di mafia del1992-93. Una traccia che parte dalla Sicilia e arriva negli Stati Uniti, attraverso un’inedita trattativa. Ed è l’ennesimo enigma che si aggiunge ai già numerosi misteri accumulati, in dodici anni d’indagini e processi, a proposito del biennio cruciale della storia italiana recente, quello in cui nasce la «seconda Repubblica». L’ultimo tassello di questa nuova «pista americana» lo mette Paolo Bellini, un fascista che, dopo essere uscito dalla storia dell’eversione di destra degli anni Settanta, è entrato in quella dei rapporti tra la mafia e gli…

Stragi, nessun nuovo magistrato sarà applicato a Caltanissetta

Gianfranco Donadio rimane alla superprocura

Giornale di Sicilia - 19 febbraio 2004 - di Giuseppe Martorana

CALTANISSETTA. Nessun magistrato sarà applicato a Caltanissetta per coordinare le indagini sulle stragi mafiose del 1992. Le settimane scorse era stata deciso l’applicazione di Gianfranco Donadio, componente del pool «servizio stragi», da parte della Procura nazionale antimafia. La sua applicazione a Caltanissetta era data per certa, tant'è che Gianfranco Donadio presente all’inaugurazione dell’anno giudiziario a Caltanissetta avesse anche visionato la stanza che gli sarebbe stata assegnata. Le indagini sulle stragi continueranno a farle i magistrati nisseni. Questi ultimi si sono divisi i compiti in base ai filoni di indagine. Il…

Caltanissetta, un nuovo pm per le inchieste sulle stragi

Gianfranco Donadio potrebbe essere «applicato»

Giornale di Sicilia - 12 gennaio 2004 - di Giuseppe Martorana

Un nuovo magistrato per coordinare le indagini sulle stragi del ’92. Si tratta di Gianfranco Donadio, che potrebbe essere «applicato» nei prossimi giorni alla Procura di Caltanissetta. Attualmente fa parte del pool «Servizio stragi» istituito nei mesi scorsi dal procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Vigna. Donadio prenderebbe il posto di Francesco Paolo Giordano, il procuratore aggiunto applicato alla Procura generale di Catania, «alla guida» delle indagini sulle stragi di Capaci e di via D’Amelio. Un posto, quello di procuratore «aggiunto » a Caltanissetta, che però, resterà vacante sino a quando…

Se telefonando…

Il Nostro Inviato alle Origini di Forza Italia - C'è un contatto diretto, nel 1994, tra Silvio Berlusconi e un uomo al lavoro per costruire il "partito di Cosa nostra". È emerso al processo palermitano per mafia contro Dell'Utri

Diario - 21 marzo 2003 - di Gianni Barbacettop

MILANO. C’è stato un contatto telefonico diretto, nel 1994, agli albori di Forza Italia, tra Silvio Berlusconi e un uomo allora impegnato a costruire «il partito di Cosa nostra». Lo ha raccontato un consulente della procura di Palermo, Gioacchino Genchi, in una delle udienze del processo in corso nella città siciliana con imputato Marcello Dell’Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. A telefonare ad Arcore, al numero riservato di Berlusconi, alle ore 18.43 del 4 febbraio 1994, è il principe Domenico Napoleone Orsini. Esponente dell’aristocrazia nera romana, massone, Orsini…

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