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“Lacuna istruttoria nell’acquisizione delle chat criptate”: ecco perché l’ex latitante Amato è stato assolto per traffico di droga

il Fatto Quotidiano - 29 gennaio 2024 - di Giuseppe Pipitone

C’è una “lacuna istruttoria” nell’acquisizione delle chat, scambiate tramite l’applicazione di messaggistica criptata Sky ECC, alla base dell’assoluzione di Vincenzo Amato, accusato di essere al vertice di un’organizzazione a delinquere dedita al traffico internazionale di cocaina. Lo scrive la quinta sezione della Corte d’appello di Milano, presieduta da Roberto Arnaldi, con a latere Ilaria De Magistris e Cristian Ravera, nelle motivazioni della sentenza con cui nell’ottobre scorso ha ribaltato la condanna a 16 anni emessa dai giudici del primo grado.   Il blitz Arkan – Amato, pugliese di 46 anni…

Preso «Banksy», il super narcos che pagava in opere d’arte

In manette il latitante Deiana: la stampa del famoso writer assicurata per 2 milioni

Corriere della Sera Milano - 16 gennaio 2024 - di Luigi Ferrarella

Nelle chat scambiate su telefonici criptati vantava che «Banksy vale un milione mezzo… ho fatto un grande affare per pulire i soldi, si puliscono soldi senza pagare spese anzi guadagnando…». Comprata per 500mila euro, assicurata in una galleria in Olanda per 2 milioni, rivenduta una volta in Italia per 200mila più un potenziale sfruttamento in certificati Nft digitali, e un’altra volta per 250mila euro in Svizzera: e alla fine eccola qua, esiste davvero—e tra un narcotrafficante e l’altro è adesso in mano allo Stato — la litografia di Bansky (autografata)…

Catturato in Messico il broker del narcotraffico Andrea Deiana, la Polizia gli sequestra anche un’opera di Banksy con cui si pagava la latitanza

Per sostenersi aveva venduto una litografia autorizzata dell’opera «Il lanciatore di fiori»

La Stampa - 15 gennaio 2024 - di Andrea Siravo

Faceva la bella vita in Messico convinto di essere al sicuro dal mandato d’arresto della Procura di Milano che lo accusava di essere al vertice di un gruppo internazionale di narcotrafficanti. Nei giorni scorsi Andrea Deiana, quarantaduenne di Terracina, è stato catturato ed estradato in Italia con un volo da Città del Messico. Per sostenere la sua latitanza Deiana avrebbe utilizzato non solo i proventi del narcotraffico, ma anche quelli derivati dalla vendita di una litografia autorizzata dell’opera «Il lanciatore di fiori» di Banksy. Una riproduzione del murale realizzato dall'ignoto…

4 server per intercettazioni. “Saranno facili da bucare”

IL PROGETTO. Pronti i decreti per creare i centri che conserveranno le captazioni di tutte le procure. Genchi: “Sfuggiranno al controllo dei pm. Imprenditori si spartiranno la torta”

il Fatto Quotidiano - 15 dicembre 2023 - di Valeria Pacelli

Roma, Milano e poi Napoli e Palermo. Si troveranno in queste città i quattro server dove verranno raccolte le intercettazioni di tutte le Procure italiane. I decreti ministeriali con i requisiti per la loro realizzazione sono pronti, manca solo la firma del ministro Carlo Nordio. E intanto, proprio su quello che sarà il futuro della conservazione delle intercettazioni, alcuni magistrati avanzano perplessità. Una su tutte: esternalizzando dati così delicati, non aumenta anche il rischio che siano più facilmente accessibili da terzi? L’allarme lo lancia anche Giacchino Genchi, uno dei massimi…

Se persino Travaglio non riesce a fidarsi dei suoi amici magistrati

Taci, il pm (non) ti ascolta. Il Fatto quotidiano di ieri lancia l'allarme sui giornalisti che l'Italia vorrebbe intercettabili con i famigerati trojan

il Giornale - 13 dicembre 2023 - di Felice Manti

Taci, il pm (non) ti ascolta. Il Fatto quotidiano di ieri lancia l'allarme sui giornalisti che l'Italia vorrebbe intercettabili con i famigerati trojan, in nome della «salvaguardia nazionale» perché ce lo chiede l'Europa. È già successo (vedi gli scandali Predator e Pegasus, «software spia sui cellulari di giornalisti in Grecia, Francia, Spagna e Ungheria», scrive il Fatto), in Italia sono stati inconsapevoli bersaglio Michele Santoro e Massimo Giletti per le loro indagini sulla mafia siciliana ma anche chi a Report si è occupato dell'incontro tra lo 007 Marco Mancini e…

“Danno da tabulato”, il caso kafkiano della richiesta a Genchi (senza reati)

CONSULENTE - Rutelli, Mastella e Gozi vogliono 368 mila euro per le indagini why not di De Magistris

il Fatto Quotidiano - 26 novembre 2023 - di Antonio Massari

Un pignoramento di 368 mila euro per Gioacchino Genchi, ex super poliziotto al fianco di Giovanni Falcone, poi consulente informatico per decine di procure, oggi avvocato. Il motivo del pignoramento: la condanna nel processo civile per il presunto danno patrimoniale arrecato ai tre ex parlamentari Francesco Rutelli, Clemente Mastella e Sandro Gozi. Nel 2007, durante l’inchiesta Why Not, l’allora pm Luigi de Magistris chiese ai gestori telefonici i tabulati delle loro utenze, affidate poi a Genchi, che avrebbe dovuto analizzarle.   Sull’inedito “danno da tabulato” arrecato ai tre, domani dovrà…

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