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Mazzata alla mafia di San Lorenzo. Due ergastoli e altre sei condanne

Giornale di Sicilia - 22 marzo 2000 - di Riccardo Arena

Dopo l'annullamento da parte del Tribunale del Riesame di Palermo dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di diversi indagati (fra i quali il giovane boss Lo Piccolo Sandro, da allora latitante), il Pubblico Ministero della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo ha conferito al dr. Gioacchino Genchi un articolato incarico di consulenza volto all'elaborazione ed all'analisi dei dati di traffico telefonici ed alla ricostruzione dei rapporti fra gli indagati, con particolare riguardo alle dinamiche dei frangenti omicidiari oggetto delle imputazioni. Dopo il deposito della relazione, nel corso di diverse…

VETRATA CROLLA IN AULA PALAZZO GIUSTIZIA, TESTIMONE ILLESO

Ansa - 17 febbraio 2000 - di Redazione

CALTANISSETTA - Una lastra di vetro è crollata questa mattina da una finestra di un'aula del tribunale di Caltanissetta ed ha sfiorato un teste che stava deponendo. La prontezza di riflessi ha messo in salvo il vice questore di polizia Gioacchino Genchi, consulente della procura di Palermo, che con un balzo è riuscito a mettersi al riparo. Le schegge hanno raggiunto i giudici del tribunale, ma non ci sono stati feriti. Genchi stava deponendo nel processo a due tecnici della Telecom accusati di falsa testimonianza nell'ambito dell'inchiesta sulla strage di…

Rete di pirati informatici al servizio di Cosa nostra

Un perito ha svelato trattative e contatti con i boss. Il gruppo aveva contatti in Europa, il software veniva dall'Inghilterra. Chiesto il giudizio per 31 imputati - Una schiera di tecnici pronti a fornire cellulari clonati e consulenze

Repubblica - 19 gennaio 2000 - di Salvo Palazzolo

Tutto quello che non hanno saputo dire i pentiti sui retroscena ancora oscuri della strage di Capaci, lo svelano i cellulari utilizzati dai boss durante quei giorni del maggio ’92: Cosa nostra si rivolse ad una stranissima agenzia del crimine elettronico che assicurò comunicazioni «sicure» attraverso telefonini clonati. La procura di Palermo ha adesso completato le indagini su questo gruppo formato da una trentina di persone e ha scoperto che dei suoi servizi non beneficiavano soltanto i boss: nei primi anni Novanta i segni dei cellulari clonati che portano un’inconfondibile…

Rete di pirati informatici al servizio di Cosa nostra

Un perito ha svelato trattative e contatti con i boss. Il gruppo aveva contatti in Europa il software veniva dall’Inghilterra. Chiesto il giudizio per 31 imputati

Repubblica - Palermo - 19 gennaio 2000 - di Salvo Palazzolo

Tutto quello che non hanno saputo dire i pentiti sui retroscena ancora oscuri della strage di Capaci, lo svelano i cellulari utilizzati dai boss durante quei giorni del maggio ’92: Cosa nostra si rivolse ad una stranissima agenzia del crimine elettronico che assicurò comunicazioni «sicure» attraverso telefonini clonati. La procura di Palermo ha adesso completato le indagini su questo gruppo formato da una trentina di persone e ha scoperto che dei suoi servizi non beneficiavano soltanto i boss: nei primi anni Novanta i segni dei cellulari clonati che portano un’inconfondibile…

Internet lento, Telecom assolta

Repubblica - 2 novembre 1999 - di Salvo Palazzolo

«Internet è troppo lento e il collegamento si interrompe di continuo. Intervenga la magistratura». La Grande Rete entra per la prima volta da imputata in un’aula di giustizia dalla «porta» di Agrigento: il giudice istruttore della città dei Templi è stato chiamato da un provider, una società di servizi internet, a verificare se la Telecom avesse effettivamente fornito i collegamenti richiesti. Con una procedura d’urgenza prevista dal codice di procedura civile, la «Corisoftware» ha chiesto al giudice istruttore Giancarlo Triscari «di attivare il Cdn, circuito diretto numerico, in luogo dell’attuale…

GIP DISPONE MISURA INTERDITTIVA PER INVESTIGATORE PRIVATO

Ansa - 8 giugno 1999 - di Redazione

PALERMO - Il Gip Fabio Licata ha ordinato il divieto di soggiorno per 60 giorni, a Palermo ed Agrigento, a Filippo Iavazzo titolare di un'agenzia investigativa. L'uomo è coinvolto insieme a tre suoi dipendenti in un'inchiesta della Procura su intercettazioni abusive e violazione della privacy. Il Gip aveva sospeso dall'attività Iavazzo ma, secondo l'accusa, l'investigatore acquistando una scheda telefonica prepagata avrebbe proseguito la sua professione trasgredendo la misura interdittiva. Attraverso le indagini della polizia supportate da una consulenza tecnica affidata a Gioacchino Genchi, i magistrati hanno chiesto al giudice un…

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