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Nelle telefonate del governatore il mistero della scheda fantasma

Al processo Miceli la deposizione del consulente informatico della Procura Gioacchino Genchi

Repubblica - 23 giugno 2005 - di Alessandra Ziniti

Una miriade di utenze telefoniche, da quella "segreta" intestata ad un uomo vicino alla famiglia mafiosa di Villabate e usata in 29 cellulari diversi, a quella "privata" chiamata più volte, e soprattutto nei periodi caldi, da una delle gole profonde che passavano notizie riservate sulle indagini della Dda di Palermo. La consulenza depositata due giorni fa dall'esperto informatico della Procura Gioacchino Genchi rivela nuove spine nel fianco del presidente della Regione, mettendo a nudo i suoi numerosi e "pericolosi" contatti con quelli che, nel frattempo, sono diventati i coimputati di…

MAFIA: PROCESSO MICELI; SALTA FUORI NUOVA TELEFONATA DAL ROS

Ansa - 22 giugno 2005 - di Sandra Rizza

PALERMO - C'è una nuova misteriosa telefonata, intercettata l'11 maggio 2001 sull'utenza cellulare dell'ex assessore Udc Domenico Miceli. Ne ha parlato per la prima volta stamane in aula il consulente Gioacchino Genchi che ha effettuato anche una relazione su alcune intercettazioni telefoniche nel processo che vede Miceli imputato per concorso in associazione mafiosa. La chiamata parte da un'utenza riservata intestata agli uffici del Ros di Monreale, ed è indirizzata al telefonino dell'ex assessore. Alla specifica domanda del Pm Nino Di Matteo, Genchi ha specificato: ''A chiamare non è stato Giorgio…

MAFIA: PROCESSO MICELI; CONSULENTE: ELENCO MASSONI NEL COMPUTER

Ansa - 22 giugno 2005 - di Sandra Rizza

PALERMO - I dati contenuti nei file e nelle e-mail di due personal computer sono stati al centro della deposizione del consulente informatico Gioacchino Genchi nel processo all'ex assessore Udc Domenico Miceli, imputato per concorso in associazione mafiosa. Tra i reperti, una lista con i nomi dei massoni affiliati alla loggia di via Roma e una lettera inviata dal Senato ad un indirizzo e-mail riconducibile al segretario provinciale Udc Salvatore Cianciolo, che comincia con ''Mio caro fratello'' e poi fa riferimento al ''nostro fratello Toto'''.. I pc sono stati sequestrati…

LADY MAFIA SA AMAR COSÌ…

Una telefonata con il suo amante ha incastrato la donna-boss di Partinico e l’ex marito, entrambi accusati per l’omicidio di un piccolo luogotenente di Bernardo Provenzano. Ecco parole e circostanze che l’hanno smascherata e l’hanno spinta a pentirsi

News - 21 giugno 2005 - di Edoardo Montolli

Dura, diabolica, sanguinaria. Ma troppo passionale. Lo fosse stata un po’ meno, oggi sarebbe ancora lì, a ordinare omicidi a Partinico, dove era capo incontrastato del mandamento di Cosa Nostra dopo l’arresto del fratello Leonardo. Invece a portare «Lady Mafia», cioé Giusy Vitale, in galera come mandante dell’omicidio del salumiere Salvatore Riina (solo omonimo del boss dei boss) non è stata una gola profonda, né un errore di strategia, ma una turbolenta storia extraconiugale. Lei aveva un alibi perfetto, un alibi che smentiva le accuse del pentito Michele Seidita, secondo…

Denise, una traccia nei cellulari. “Al setaccio tutti gli alibi”

Indagini della procura sul traffico dei telefonini nei giorni della scomparsa. Verifiche anche sulla mamma della sorellastra della bimba sparita

Repubblica - 6 maggio 2005 - di Salvo Palazzolo

PALERMO - Troppi alibi non tornano per quella mattina dell'uno settembre, quando Denise fu inghiottita dal mistero. Sono smentiti dai cellulari che ognuno dei sospettati, adesso ristretti a tre, aveva in tasca. Così, la ricerca della bimba di Mazara del Vallo è diventata tutta elettronica, fra memorie di telefonini e tracce sui ripetitori, in una zona piuttosto che in un'altra. La sorellastra di Denise, Jessica, diciottenne da qualche giorno, è già finita nel registro degli indagati della Procura dei minorenni di Palermo, con l' accusa di concorso in sequestro di…

BOMBE MESSINA: CONDANNATI FRATELLI CHE PIAZZARONO ORDIGNI

Ansa - 20 aprile 2005 - di Lirio Abbate

MESSINA - Il gup del tribunale di Messina, Alfredo Sicuro, ha inflitto complessivamente circa dieci anni di carcere a tre dei quattro imputati accusati di avere piazzato bombe nel febbraio dello scorso anno sul litorale Nord di Messina. Il giudice ha assolto Giovanni Petrillo, 40 anni, cameriere, che era accusato di detenzione di armi. L'uomo, che era agli arresti domiciliari da 14 mesi, è stato scarcerato. Il processo si è svolto con il rito abbreviato. Le condanne sono state inflitte ai fratelli Giuseppe e Gianfranco Rotondo, il primo a un…

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