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Cinquantaquattro chiamate in un anno e mezzo. Uomini dell'ufficio del Sisde di via Notarbartolo chiamavano il presidente della Regione a un'utenza «riservata», un cellulare intestato al neo pentito di Villabate Francesco Campanella, ma nella disponibilità di Cuffaro. Che di telefoni, negli ultimi cinque anni, ne ha usato più di un centinaio, molti ufficiali, altri di parenti e collaboratori, uno persino di una donna fantasma, risultata inesistente all'anagrafe italiana. Facendo letteralmente impazzire l'esperto informatico della Procura, Gioacchino Genchi, che con un lavoro certosino di analisi di dati di traffico, di comparazioni…
PALERMO. Il presidente della Regione usava tanti telefonini; uno era intestato all’attuale pentito FrancescoCampanella (l’uomo che fece timbrare una carta d’identità per Bernardo Provenzano) e su quell’apparecchio Totò Cuffaro riceveva telefonate da un ufficio super-riservato dei Servizi segreti, che avevano una sede a Palermo, via Notarbartolo 4: i contatti sono 54 complessivamente, in un arco di tempo che va dal novembre 2001 alla primavera del 2003. Però in vent’anni di indagini antimafia il consulente della Procura, Gioacchino Genchi, dice di non essersi «mai imbattuto in numeri riferibili a Cuffaro», cioè…
PALERMO - ''Dagli accertamenti effettuati risultano numerosi contatti tra telefoni fissi di un ufficio dei servizi segreti di Palermo e utenze telefoniche intestate a Giorgio Riolo, Antonio Borzacchelli e Francesco Campanella. Utenza telefonica, quest'ultima, nella disponibilità dell'on. Salvatore Cuffaro o di personale a lui vicino, politicamente e professionalmente''. Lo ha detto Gioacchino Genchi, consulente informatico della procura, ai giudici del processo alle talpe alla Dda che vede fra gli imputati il presidente Cuffaro, l'imprenditore Michele Aiello e il maresciallo Giorgio Riolo. Genchi precisa che ''i contatti sono avvenuti in un periodo…
Ha ricevuto in carcere la visita dei carabinieri che gli hanno notificato un ordine di custodia cautelare con l’accusa di concorso in duplice omicidio. Sul capo del pregiudicato Salvatore Bagliesi, 47 anni di Partinico, è caduta una nuova, pesante tegola giudiziaria nell’ambito delle inchieste sulla faida nel paese del Palermitano tra la cosca dei Vitale e un gruppo emergente. In base alla ricostruzione degli inquirenti, l’uomo, arrestato per mafia un anno fa nell’operazione «Terra Bruciata», avrebbe avuto un ruolo nell’agguato del 10 aprile del ’99 in cui rimase ucciso Francesco…
REGGIO CALABRIA - Ne aveva 48 di cellulari a disposizione e di schede telefoniche almeno 300. Tutte intestate a prestanome, tutte fantasma. Una ufficialmente era in uso a una vecchietta, una zia della famiglia Morabito che in pochi mesi aveva fatto tre volte il giro dell'Italia. Prima da sud verso nord e poi al contrario da nord verso sud. Quando si è accorto che i poliziotti gli stavano addosso, quando ha capito che l' indagine lo stringeva in un cerchio, Giuseppe Pansera è entrato in un negozio di telefonia a…
E’ un contesto ampio che può avere diverse spiegazioni quello che fa da sfondo ai contatti avuti da Francesco Fortugno e dalla sua famiglia con appartenenti al clan della ’ndrangheta dei Morabito. Un contesto che i magistrati vogliono chiarire per capire se possa fornire elementi utili a spiegare i motivi per cui nove giorni fa un killer è entrato nel seggio delle primarie dell’Unione a Locri e ha ucciso il vicepresidente del consiglio regionale con cinque colpi di pistola. Omicidio di stampo politico-mafioso che alza il livello di aggressione delle…
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