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PALERMO - I dubbi sulle indagini effettuate sulla strage di via D'Amelio, i contatti telefonici fra esponenti mafiosi e i servizi segreti, l'ipotesi che uomini di Cosa nostra sarebbero stati utilizzati come manovalanza da 'apparati' per mettere a segno l'attentato. E' quanto emerge dalla deposizione del vice questore Gioacchino Genchi. Il funzionario di polizia, interrogato oggi dai giudici della corte d'assise d'appello di Caltanissetta, davanti ai quali si svolge il processo ''Borsellino bis'' che riguarda gli esecutori materiali della strage, ha parlato di 'anomalie' nelle indagini. Ex componente del gruppo…
PALERMO - Alcuni boss della cosca mafiosa di Misilmeri avrebbero utilizzato fra il '93 ed il '94 il telefonino di Giovanni La Lia, 37 anni, allora presidente del club Forza Italia di Misilmeri. Il dato è emerso oggi nel corso del processo ai presunti affiliati a Cosa nostra che si svolge davanti ai giudici della corte d'assise. La vicenda è stata ricostruita dal consulente dell'accusa, il vice questore Gioacchino Genchi, che ha deposto in aula. Rispondendo alle domande del pm Michele Prestipino, Genchi ha precisato che il cellulare intestato a…
PALERMO - Una tangente che sarebbe stata destinata nel 1987 a Calogero Mannino, l'ex ministro DC sotto processo per concorso in associazione mafiosa, sarebbe stata scoperta dalla Guardia di Finanza. Se ne accennò in una telefonata intercettata durante indagini sulla Sitas, la struttura alberghiera di Sciacca (Agrigento). L'ha detto oggi in tribunale il sostituto procuratore generale Alberto Di Pisa, deponendo come teste nel processo. Il magistrato, rispondendo alle domande del pm Teresa Principato, ha spiegato che gliene riferirono due ufficiali della Guardia di Finanza, i quali aggiunsero che la procura,…
Sms e posta elettronica. Tra buchi normativi e budget limitati delle indagini i boss hanno scoperto quanto sicuri possano essere i nuovi sistemi di comunicazione. Così, dopo le tradizionali «palombelle», i bigliettini consegnati a mano tanto cari a Bernardo Provenzano, le procure antimafia di Palermo e Messina si sono imbattute in strane intercettazioni: quando i discorsi si fanno delicati, o c’è da dare un appuntamento, si preferisce usare gli short message del Gsm, o la posta elettronica. In teoria, gli ormai famosi messaggi di testo sono intercettabili: basterebbe una semplice…
La caccia elettronica agli ultimi riciclatori in cui si è imbattuta la Procura di Palermo è iniziata davanti ad un hamburger. C’è sempre un momento in cui i soldi sporchi devono essere consegnati. Poi, da una banca all’altra, si possono spostare restando comodamente seduti in poltrona con una email, un sms o il vecchio fax. Sistemi sicuri. Ma perché la catena si avvii, quei soldi devono comunque essere consegnati: venne il giorno, un afoso pomeriggio d’agosto, che l’insospettabile cittadino colombiano Alfreto Becerra Barrera, presunto referente del cartello della droga di…
PALERMO - La Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo si è occupata di diverse inchieste sul riciclaggio di denaro sporco e sulle truffe ai danni degli istituti di credito che sono state messe a segno grazie all'utilizzo delle più moderne e sofisticate tecniche informatiche. Le operazioni bancarie, attraverso un Pc e un modem, sono sempre state rese possibili grazie all'utilizzo delle password di cui l'organizzazione era entrata in possesso. ''In diverse occasioni - dice il sostituto della dda di Palermo Maurizio De Lucia - ci siamo imbattuti in inchieste di questo…
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