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Ingegnere ucciso a Roma: eseguì perizia per processo Capaci

Ansa - 9 maggio 1996 - di Redazione

PALERMO – Luciano Petrini eseguì su incarico della Procura della Repubblica di Caltanissetta le indagini relative a tutti i supporti informatici a disposizione del giudice Giovanni Falcone. Il 9 gennaio scorso l’esperto informatico testimoniò nel corso del processo contro presunti mandanti ed esecutori della strage di Capaci. L’indagine svolta da Petrini non fornì elementi tali da mettere in discussione l’integrità dei supporti esaminati. Un unico punto della sua indagine e della successiva testimonianza fornì spunto per un approfondimento dibattimentale. Petrini sottolineò infatti che un file denominato ”Orlando” risultava essere stato ”letto” in una data successiva alla morte di Falcone ma non venne trovata alcuna traccia di cancellazione di file stessi. Il fatto venne in sostanza riferito ad un esame preliminare sugli archivi eseguito in tempo antecedente alla perizia giudiziaria. Il Pubblico Ministero di Caltanissetta, Luca Pescaroli, informato dell’uccisione di Petrini, ha detto che per quanto concerne la sua perizia a Caltanissetta ”non emergono, allo stato, elementi tali da fare ritenere che essa possa costituire movente del delitto”.

Nell’udienza del 9 gennaio scorso un altro perito, il funzionario di polizia Gioacchino Genchi, affermò che i computer a disposizione di Falcone erano stati quantomeno usati dal momento che il 6, il 9 e il 10 giugno del ’92 alcuni file erano stati quantomeno letti. L’avvocato Carlo Palermo, difensore di parte civile per i familiari dell’agente Vito Schifani, definì ”un fatto non trascurabile” quanto sostenuto da Genchi, perché a suo avviso ”alcuni appunti prodotti al dibattimento” potrebbero essere difformi rispetto agli originali di Giovanni Falcone. Il legale lamentò anche che i computer fossero stati dissequestrati pochi giorni dopo la strage. I pubblici ministeri Paolo Giordano e Luca Pescaroli affermarono che dalle perizie tuttavia ”non si evince manipolazione dei supporti informatici” ed aggiunsero che i materiali ritrovati nei supporti informatici erano ”appunti di Falcone, ma senza giudizi”. (ANSA).