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Genchi: «Il centro sicurezza Telecom rallentò indagini delicatissime»

Il Messaggero - 26 settembre 2006 - di Massimo Martinelli

Gioacchino Genchi se n’era accorto da tempo che il centro di ascolto Telecom nascondeva qualche cosa di decisamente sospetto. Lui è il maggior esperto di traffici telefonici nel nostro Paese e lavora ad inchieste delicatissime per molte procure italiane. E adesso è lui stesso a raccontare: «Con la creazione del Cnag di Telecom, il Centro Nazionale Autorità Giudiziaria, si bloccarono di fatto alcune richieste di tabulati telefonici per importanti inchieste». «Altre richieste - prosegue Genchi nel suo racconto - furono trattate ed evase in modo errato». Dottor Genchi, ma la…

Cabine, schede e supertelefoni per sfuggire al Grande fratello

Citofonici e satellitari gli apparecchi più sicuri. L'esperto: "Sono aumentati i telefoni, per trovare un numero se ne cercano tanti"

Repubblica - 23 settembre 2006 - di Attilio Bolzoni

ROMA - Prima o poi faremo tutti la fine di Bernardo Provenzano e ci affideremo anche noi ai pizzini? O per parlare con mogli o amanti o amici e colleghi saremo costretti a chiamare con i più sosfisticati e inviolabili satellitari, quelli che probabilmente usa bin Laden sulle montagne tra il Pakistan e l'Afghanistan? Ritireremo fuori dal cassetto carta e penna o, al contrario, sarà la tecnologia a garantire in futuro la nostra riservatezza e la nostra serenità? Le spie hanno orecchie sempre più lunghe, qualcuno ci ascolta ovunque. Una…

Silenzio, qualcuno ci ascolta

Traffico internet, e-mail, telefonate: la nostra privacy è sempre più spesso violata. Ma c'è un modo di difendersi? Si, ce lo spiega il massimo esperto italiano in materia

Maxim - 2 agosto 2006 - di Edoardo Montolli

Di seguito l'intervista rilasciata da Gioacchino Genchi a Maxim. Qui il testo in pdf.   Siamo tutti schedati. Mentre impazza la bufera sulle intercettazioni telefoniche, pochi sanno che lo scorso dicembre il Parlamento Europeo ha modificato la direttiva 2002/58/CE sulle comunicazioni. Si chiama in gergo “data retenction” e obbliga i provider a conservare per 24 mesi (ma si spinge per portarlo a cinque anni) tutti i dati internet di ogni utente: i siti che ha visitato con tanto di data e ora e le mail (con tanto di allegato) inviate…

Siamo tutti spiati

Il vicequestore Gioacchino Genchi racconta anni di indagini e metodi di investigazione tramite intercettazioni ambientali: "Il telefono che non si può rintracciare? Quello guasto"

I love Sicilia - 28 luglio 2006 - di Riccardo Arena

Di seguito l'intervista rilasciata da Gioacchino Genchi al magazine I love Sicilia. Qui il testo in pdf.     Spie di professione che vengono spiate, 007 che collezionano malefigure, talpe a libro paga dei boss che cascano nel tranello delle intercettazioni, banchieri furbetti che tramano via etere, direttori generali di squadroni di calcio che parlano come capibastone. Alla fine i mafiosi si vedono quasi rubare il mestiere, loro che di professione delinquono e cercano di sfuggire ai controlli. Sì, però uno parla e non si rende conto di quel che dice,…

L’esperto Gioacchino Genchi: «Ci sono troppe falle nel sistema»

Il Sole 24 Ore - 17 marzo 2006 - di Carmine Fotina

Di seguito l'intervista rilasciata da Gioacchino Genchi nell'ambito di uno speciale del Sole 24 Ore sulle intercettazioni. Qui il testo in pdf.     «Il sistema è ancora troppo vulnerabile». Per Gioacchino Genchi, funzionario di Polizia in aspettativa e superconsulente informatico per l’Autorità giudiziaria, la sicurezza delle intercettazioni ha ancora margini di perfezionamento. «Ci sono troppi casi in cui agli operatori giungono informazioni non pertinenti. Primo esempio: un decreto di intercettazione può contenere più numeri, anche di operatori diversi da quello al quale è diretto. Secondo caso: per intercettare un’utenza cellulare…

Dallo “squalo” alla cimice controlli per tutte le tasche

In espansione il mercato delle apparecchiature per intercettazioni ambientali e telefoniche

Repubblica - 14 marzo 2006 - di Attilio Bolzoni

ROMA - Il più ossessionato dalle cimici è sempre stato il governatore della Sicilia. Se le è fatte cercare dappertutto, nella sua bella casa davanti alle palme di Villa Sperlinga e nelle sale di Palazzo d'Orleans. Era così angustiato e così sicuro che qualcuno lo stesse sorvegliando che Totò Cuffaro ha dato incarico di scovarle nientedimeno a quello che per legge gliele avrebbe dovute mettere: un maresciallo del Ros. E poi angosciato cambiava sempre «carte» e cambiava sempre i suoi cellulari, più di cento in due anni. Cautela che non…

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