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Due talpe dietro i tabaccai che organizzavano le rapine

Il questore sospende la licenza ai ristoranti dei fratelli Vinci: Villa Virginia e Bobadilla - "Beta" e "Gamma" passavano alla banda notizie sull'indagine

Repubblica - 9 febbraio 2003 - di Enrico Bellavia

Confidenti che depistano e talpe che informano. C'è un retroscena di contatti border line nell'indagine che ha portato in carcere i 14 esponenti della banda che assaltava i depositi di sigarette. Due poliziotti in servizio a Palermo avevano uno dei rapinatori arrestati tra i loro confidenti. Da lui avevano ricevuto soffiate importanti per scoprire carichi di sigarette rubati nei magazzini privati in cui vengono stoccate le «bionde». Nel frattempo, però, altri poliziotti indagavano sull'intera organizzazione capeggiata dai fratelli Carmelo e Salvatore Vinci, contitolari di tre tabaccherie sequestrate e dei ristoranti…

La gang dei tabaccai rapinatori

Sequestrate le rivendite di via Archimede, via Gulì e via Duca della Verdura dei fratelli Vinci padroni di Villa Virginia e Bobadilla. Tra i 14 arrestati anche il pallanotista Lory Assanto già coinvolto in altre inchieste per rapina e traffico di droga ma in libertà. Con l'aiuto di basisti e talpe negli uffici investigativi rubavano carichi di sigarette ai Monopoli di Stato e le rimettevano in commercio - In manette anche i titolari di due noti ristoranti della città

Repubblica - 8 febbraio 2003 - di Enrico Bellavia

C'era chi architettava i piani con l'ausilio di basisti, chi soffiava le informazioni sulle indagini, chi rubava le auto, chi custodiva la refurtiva e chi la piazzava. Tonnellate di sigarette rubate ai depositi di stoccaggio dei Monopoli finivano nella rete delle tabaccherie della città. Una banda, una organizzazione di rapinatori dalla doppia vita gestiva il traffico. Che per dimensioni offusca il già esangue giro locale del contrabbando. Quattordici su 15 gli arrestati. Uno è latitante. La banda curava la vendita al dettaglio delle sigarette in tre rivendite ora sequestrate. Facevano…

Tanto Cirami per nulla

Dopo la pronuncia della Corte di cassazione. Per Silvio Berlusconi gravi problemi sul fronte Nord: se sarà condannato a Milano, la Mondadori... E gravi problemi sul fronte Sud: le rivelazioni di Nino Giuffré, l’ultima sentenza sulla strage in cui morì Borsellino...

Diario - 31 gennaio 2003 - di Gianni Barbacetto

MILANO. Gli è andata male. È andata proprio male a Cesare Previti, l’Avvocato, e a Silvio Berlusconi, il Cliente. Un anno di lavoro, sedute parlamentari a tempi contingentati, leggi su misura, con conseguente indignazione nel Paese e nascita di un nuovo movimento. E, alla fine, una sentenza della Suprema corte di cassazione rende tutto vano: i processi di Milano resteranno a Milano. Tra qualche settimana terminerà quello che ha come imputato Previti, tra qualche mese quello che vede alla sbarra anche Berlusconi. Se le sentenze saranno di condanna, l’Italia sperimenterà…

I giudici di via D’Amelio: “Non si è voluto indagare”

I tempi del massacro furono accelerati dopo l'intervista del magistrato su Dell'Utri Mangano e Berlusconi. Rivalutato Scarantino. "La vittima si era opposta alla trattativa Stato-boss". Le motivazioni della sentenza d'appello sulla strage Borsellino gettano nuove ombre: "Carenze investigative non casuali" - Resta il mistero sul ruolo dei servizi

Repubblica - 18 dicembre 2002 - di Salvo Palazzolo

Perché non si è indagato a fondo sulla strage Borsellino? Chi fermò quegli investigatori che avevano scoperto strani contatti fra i killer di via D'Amelio e una fantomatica struttura dei servizi segreti ospitata al Cerisdi? Per la prima volta, dopo dieci anni di misteri, i giudici di Caltanissetta avanzano un terribile sospetto: «I vuoti di conoscenza che tuttora permangono nella ricostruzione dell'intera operazione che portò alla strage di via D'Amelio possono essere imputati anche a carenze investigative non casuali». E non è la sola drammatica certezza che esprime la sentenza…

MALTEMPO MANDA IN AVARIA COMPUTER DEI PM DI PALERMO

Ansa - 2 dicembre 2002 - di Redazione

PALERMO - Il maltempo che ieri si è abbattuto su Palermo ha mandato in avaria i computer di cinque pm della Dda. Gli sbalzi di tensione della corrente elettrica hanno provocato un corto circuito e il mancato funzionamento ha subito fatto pensare ad un nuovo tentativo di intrusione, dopo quello avvenuto al pc del pm Michele Prestipino. I magistrati hanno subito avvisato del guasto il consulente della procura, Gioacchino Genchi, il quale, dopo un controllo delle macchine ha fatto notare ai pm che si trattava solo di un guasto derivato…

Sequestrati gli affitti di Provenzano

Filippo Lombardo ai magistrati: "Non sapevo più a chi consegnare quelle somme". Trovati 44 mila euro - Dopo gli arresti, il prestanome aveva aperto un conto in banca

Repubblica - 26 novembre 2002 - di Salvo Palazzolo

Un altro prestanome del capo di Cosa nostra confessa. Filippo Lombardo, arrestato a settembre, ha svelato alla Procura di Palermo dove erano nascosti gli affitti delle proprietà più esclusive di Bernardo Provenzano, quelle in via Principe di Belmonte: in un anonimo conto corrente del Banco di Sicilia di Misilmeri. La squadra mobile ha così sequestrato 43.898 euro, 85 milioni delle vecchie lire. Dopo l'arresto dei manager di Provenzano, fra marzo 2001 e gennaio di quest'anno, i soldi degli affitti erano rimasti bloccati: la rete di collegamento fra il prestanome degli…

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