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MAFIA: PROVENZANO; SI INDAGA ANCHE SU ‘REGALO’ A MAGISTRATO. E’ UNA AUTO STORICA CHE SAREBBE STATA INVIATA DAL BOSS A ROMA

Ansa - 3 ottobre 2002 - di Redazione

PALERMO - Tra gli appunti inviati a Bernardo Provenzano e recuperati nei file 'nascosti' del floppy disk sequestrato a Giuseppe Lipari, ci sarebbe anche l'ipotesi di corruzione nei confronti di un magistrato da parte dei boss di Cosa nostra, attraverso l'acquisto di una auto storica. Si tratta della stessa inchiesta che oggi ha portato all'arresto di due presunti prestanome di Provenzano, Filippo Lombardo e Andrea Impastato. La polizia, con l'aiuto del consulente tecnico Gioacchino Genchi, ha recuperato diverse lettere inviate, secondo gli inquirenti, al latitante. In una delle missive si…

MAFIA: CACCIA INFORMATICA AL TESORO DI PROVENZANO

Ansa - 3 ottobre 2002 - di Giuseppe Lo Bianco

PALERMO - Quelle vetrine luccicanti nel salotto buono di Palermo con gli ultimi modelli di cellulari esposti accanto a modellini Ferrari, in realtà erano di Bernardo Provenzano, il boss dei boss, latitante da 40 anni. E' suo, infatti, l'immobile di centinaia di metri quadri in via Principe di Belmonte, affittato ad una società di informatica attraverso un prestanome, che ospita uno dei centri di assistenza e vendita al dettaglio più noti della città. Lo ha scoperto Gioacchino Genchi, il superpoliziotto consulente informatico della Procura di Palermo, scavando tra i segreti…

Il tesoro di Provenzano è caduto nella rete

Genchi, il poliziotto informatico di Palermo ha incastrato il boss di Cosa Nostra facendo “confessare” un floppy disk. Fu sempre lui che aiutò Giovanni Falcone dopo l’attentato all’Addaura

Polizia Moderna - 1 ottobre 2002 - di Lirio Abbate

I mafiosi cadono nella rete dell’informatica. Sempre più spesso la polizia impiega esperti di software e consulenti telematici che utilizzando i computer riescono a dare impulso alle indagini, contribuendo ad imprimere una svolta alle inchieste giudiziarie sui boss e latitanti mafiosi. I poliziotti agenti della squadra mobile di Palermo sono riusciti ad individuare due prestanomi del capo di Cosa Nostra, Bernardo Provenzano, ricercato da oltre quarant’anni. A questi due insospettabili erano intestati lussuosi locali, sistemati nella centrale via Principe di Belmonte, una strada considerata il salotto di Palermo, e adesso…

IN CELLA BANDA CAPITANATA DA ANZIANO PER RAPINARE PENSIONATI

Ansa - 21 agosto 2002 - di Redazione

PALERMO - Scena prima: il vecchietto dall'aria inoffensiva attacca bottone con i ''colleghi'' che riscuotono la pensione alle poste, carpendo cifre e itinerari. Scena seconda: una chiamata col cellulare ai ''compari'' appostati in zona e i malcapitati ci rimettono i denari. Scena terza: adesso i tre presunti rapinatori sono in cella a Palermo. E' stata la polizia ad individuarli, dopo una indagine con metodi tradizionali e con l'utilizzo di telecamere per filmare il gruppo durante quella sorta di briefing che precedeva l'attivazione di un copione collaudato in decine di casi,…

Criminalità: attentato a imprenditore, confermati arresti

Ansa - 9 agosto 2002 - di Redazione

PALERMO - Il tribunale del riesame di Messina ha confermato le ordinanze di custodia del gip contro Giuseppe Scarpari e Rocco Scarpari, padre e figlio, di Varapodio (Reggio Calabria) accusati di avere piazzato, il 7 gennaio 2002, un ordigno dinamitardo che distrusse l'autovettura dell'imprenditore Luciano Milio, scaraventata sull'ingresso della villa di Capo d'Orlando (Messina). Secondo l'accusa, alla base del contrasto col Milio una presunta estorsione di alcuni miliardi per contributi comunitari che il Milio avrebbe incassato non distribuendoli ai ''calabresi'', che già avevano puntato gli occhi sui lauti introiti dell'imprenditore…

Cosa nostra presenta il conto

Dopo la lettera-messaggio di Leoluca Bagarella ai politici e l’appello dei detenuti di mafia agli «avvocati parlamentari». Ecco come a Palermo si sta preparando una nuova guerra

Diario - 26 luglio 2002 - di Gianni Barbacetto

Questo testo. Una volta i boss dicevano: "Ma che è questa mafia, una marca di formaggi?". Oggi invece dettano comunicati e rivendicazioni politiche, come quelle dei giorni scorsi sul 41 bis, il carcere duro che vorrebbero abolire. Insomma, Cosa nostra ha aperto il dibattito. Abbiamo cercato di capire come andrà avanti. E soprattutto con chi. MILANO. Le estati palermitane sono rischiose, come quelle ore in cui non è più notte e non è ancora giorno e gli incubi cattivi si impossessano degli insonni. Veleni, corvi, omicidi, stragi: sempre d'estate accadono,…

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