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Stretta sugli smartphone: basta gogna sui giornali

Per acquisire chat e messaggini servirà l'ok del giudice. Forza Italia esulta. Ira M5s: "Così si aiutano i colletti bianchi"

il Giornale - 11 aprile 2024 - di Felice Manti

  La gogna è finita, indagate in pace. Sarà molto più difficile per i pm spiare i nostri cellulari con i trojan, con il rischio conclamato di creare prove false con cui infangare e screditare innocenti sui giornali compiacenti, perché servirà il sì di un giudice «vista la concentrazione di notizie che possono essere contenute in un cellulare», come aveva anticipato nei giorni scorsi il Guardasigilli Carlo Nordio. Con 89 sì, 18 voti contrari e 34 astenuti il Senato ha dato il via libera al disegno di legge che modifica…

Caso Striano, Genchi: «Indagare sul sistema di cui lui era pedina»

L’avvocato a Radio Cusano Campus: «Vicenda più grave del semplice accesso di un maresciallo che sbircia nelle banche dati»

Corriere della Calabria - 4 marzo 2024 - di

  «La privacy nelle indagini giudiziarie è come pretendere che un ginecologo visiti una paziente senza farla spogliare. È necessario un accesso diretto, altrimenti le indagini giudiziarie non si possono fare, le facciamo fare all’intelligenza artificiale, che sta facendo un grosso progresso, anche se le posso garantire che la deficienza umana rimane sempre la stessa». A parlare è l’avv. Gioacchino Genchi intervenuto a ‘L’Italia s’è desta’, programma d’informazione di Radio Cusano Campus condotto dal direttore Gianluca Fabi e Roberta Feliziani. Durante la trasmissione si è parlato a lungo del caso Striano: «Si tratta…

“Non basta l’abilitazione. La banca dati va usata solo per fini istituzionali”

il Fatto Quotidiano - 2 marzo 2024 - di Vincenzo Iurillo

  Da ex investigatore mago di cellulari, reti, software e computer, assolto in passato dall’accusa di 2768 accessi abusivi a sistema informatico, l’avvocato Gioacchino Genchi è diventato sul campo il principale esperto giuridico della materia. Nei giorni scorsi Genchi ha difeso un maresciallo dei carabinieri finito sotto processo per aver chiesto alle banche dati notizie sul fratello della ex fidanzata, dopo essersi insospettito per l’odore di hascisc proveniente dalla sua camera. “Era un suo dovere: per regolamento chi indossa la divisa non può frequentare pregiudicati, spacciatori, soggetti di dubbia moralità”,…

“Nessun accesso abusivo al sistema informatico SDI per l’interrogazione del nominativo del fratello della fidanzata”: assolto un maresciallo dei carabinieri

La Valle dei Templi - 28 febbraio 2024 - di Redazione

  Una ragazza bellissima, che farebbe perdere la testa a qualsiasi giovane, tanto da essere definita la Marilyn Monroe delle Madonie. Un maresciallo dei carabinieri, Salvatore Palmiero, già vicecomandante della Stazione di Castelbuono, che si è guadagnato l’apprezzamento dei superiori sul campo, soprattutto nelle indagini antidroga quando prestava servizio presso la Compagnia dei carabinieri di Cefalù. Il rapporto sentimentale tra i due a un certo punto finisce perché lui scopre che la ragazza gli ha nascosto che il fratello gemello è coinvolto in una vicenda di spaccio di sostanze stupefacenti.…

Genchi rivela: “La Barbera e quelle armi manipolate del pentito”

Adnkronos - 10 febbraio 2024 - di Elvira Terranova

  La rivelazione arriva a inizio udienza quando, per la prima volta, Gioacchino Genchi, ex vicequestore aggiunto della Questura di Palermo, per un periodo stretto collaboratore di Arnaldo La Barbera, e oggi avvocato penalista, ricorda un retroscena inedito, mai raccontato fino ad oggi. Un episodio che sarebbe avvenuto nel 1989, dopo l'arresto del pentito di mafia Totuccio Contorno, che era tornato a sparare e fu accusato, da una lettera anonima inviata all'epoca all'Alto Commissariato antimafia, di essere un 'killer di Stato'. "Mi ricordo che La Barbera mi parlò di armi…

“Lacuna istruttoria nell’acquisizione delle chat criptate”: ecco perché l’ex latitante Amato è stato assolto per traffico di droga

il Fatto Quotidiano - 29 gennaio 2024 - di Giuseppe Pipitone

C’è una “lacuna istruttoria” nell’acquisizione delle chat, scambiate tramite l’applicazione di messaggistica criptata Sky ECC, alla base dell’assoluzione di Vincenzo Amato, accusato di essere al vertice di un’organizzazione a delinquere dedita al traffico internazionale di cocaina. Lo scrive la quinta sezione della Corte d’appello di Milano, presieduta da Roberto Arnaldi, con a latere Ilaria De Magistris e Cristian Ravera, nelle motivazioni della sentenza con cui nell’ottobre scorso ha ribaltato la condanna a 16 anni emessa dai giudici del primo grado.   Il blitz Arkan – Amato, pugliese di 46 anni…

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