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ROMA - Il più ossessionato dalle cimici è sempre stato il governatore della Sicilia. Se le è fatte cercare dappertutto, nella sua bella casa davanti alle palme di Villa Sperlinga e nelle sale di Palazzo d'Orleans. Era così angustiato e così sicuro che qualcuno lo stesse sorvegliando che Totò Cuffaro ha dato incarico di scovarle nientedimeno a quello che per legge gliele avrebbe dovute mettere: un maresciallo del Ros. E poi angosciato cambiava sempre «carte» e cambiava sempre i suoi cellulari, più di cento in due anni. Cautela che non…
PALERMO - La sua battaglia la combatte con una risata. Irriverente e provocatoria. Registrata sulla segreteria telefonica alla fine di una frase in siciliano stretto, da caricatura mafiosa. Perché Gioacchino Genchi, superesperto informatico della procure di mezza Italia, l'ha capito da un pezzo che Cosa Nostra è meglio combatterla così. Almeno da quando scoprì che dietro le stragi di Capaci e di via D'Amelio c'erano tracce che portavano lontano, fuori dalla Sicilia, vicinissimo ai poteri forti del Paese, forse non solo del nostro. E oggi dice: «Dopo vent'anni ho capito…
«Procuratore, il mio cellulare ce l’ha tutto il mondo, è nei miei biglietti da visita…». Quel giorno, ad ascoltare il governatore della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro c’era mezza procura di Palermo. Quattro pm più il procuratore generale Piero Grasso. Gli chiedevano come mai lo avesse cercato al telefono il maresciallo del Ros Giorgio Riolo, accusato di aver rivelato la presenza di cimici nella casa del boss di Brancaccio Giuseppe Guttadauro, uomo di fiducia di Bernardo Provenzano. «Non ho mai cambiato telefonino», rispondeva Cuffaro, «e ho chiuso il cellulare quando ho…
PALERMO - Il gelo di Berlusconi sulla eventuale ricandidatura di Totò Cuffaro a governatore della Sicilia ha un effetto immediato. Pur prendendosela con «i giornali che deformano la realtà» e assicurando che il Cavaliere lo vorrebbe su quella poltrona ancora a lungo, il presidente sotto processo per favoreggiamento a Cosa Nostra rinuncia alla battaglia per anticipare le regionali, le rinvia alla loro scadenza naturale, a dopo le politiche. E intanto decide di candidarsi alla Camera. Anche se questa deviazione verso Montecitorio forse lo allontanerà definitivamente dal vertice della Regione. Passo…
PALERMO — Per più di un anno Maddalena Carollo, nata il 24 giugno del 1951 a Villabate in provincia di Palermo, ha parlato con mafiosi e spioni, assessori che prendevano ordini dalla «famiglia» di Brancaccio e marescialli infedeli che prendevano soldi. Quando qualcuno ha tentato di capire chi fosse mai questa signora così addentro a quelle cose di Palermo, ha scoperto che per l’anagrafe italiana Maddalena non era mai esistita. Falsa era la data di nascita e falso pure il codice fiscale esibito per attivare una carta sim. Quella scheda…
Cinquantaquattro chiamate in un anno e mezzo. Uomini dell'ufficio del Sisde di via Notarbartolo chiamavano il presidente della Regione a un'utenza «riservata», un cellulare intestato al neo pentito di Villabate Francesco Campanella, ma nella disponibilità di Cuffaro. Che di telefoni, negli ultimi cinque anni, ne ha usato più di un centinaio, molti ufficiali, altri di parenti e collaboratori, uno persino di una donna fantasma, risultata inesistente all'anagrafe italiana. Facendo letteralmente impazzire l'esperto informatico della Procura, Gioacchino Genchi, che con un lavoro certosino di analisi di dati di traffico, di comparazioni…
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