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Processo sul delitto del salumiere Riina. In aula le intercettazioni di Giusy Vitale

La sorella del boss e il marito sono sott’accusa per l’omicidio

Giornale di Sicilia - 18 dicembre 2004 - di Romina Marceca

La voce bassa per non farsi sentire al telefono dal marito. A parlare è Giusy Vitale, la sorella di Vito, il boss di Partinico. Al cellulare sussurra parole ad un uomo e intanto la telefonata viene registrata dai consulenti della procura. È la sera del 20 giugno 1998. Poche ore prima dell’assassinio di Salvatore Riina, salumiere di Partinico. La Vitale e il marito, Angelo Caleca, sono sotto processo con l’accusa di omicidio. L’esecutore materiale sarebbe stato il killer, oggi collaboratore di giustizia, Michele Seidita, con il «palo» Caleca. Ieri in aula, davanti alla seconda sezione della Corte d’Assise, l’esperto informatico Gioacchino Genchi ha fatto ascoltare le intercettazioni telefoniche. «Io sugnu rintra», dice la Vitale al suo interlocutore. E lo ripete per tre volte. La quarta – la donna parlava con un tono di voce molto basso – dice chiaramente: «Sono a casa». «Stai attenta se sale lui», risponde l’interlocutore. «È là sotto e sta parlando con una persona», conclude lei.

Secondo il perito della procura, nominato dal pubblico ministero Francesco Del Bene, queste parole inchioderebbero la Vitale e il marito provando la loro responsabilità nel delitto del salumiere. Gli avvocati della difesa, Marco Clementi e Mimmo La Blasca, hanno fatto eseguire una perizia di parte. Da questa emergerebbe che la posizione dei cellulari dei due imputati dimostrerebbe che la Vitale e Caleca erano lontani dal luogo dell’omicidio: si sarebbero trovati infatti poco prima e all’ora del delitto nella pizzeria «Mirage» di Trappeto. Gioacchino Genchi ha rilevato invece che, alle 22.25, un’ora circa prima dell’omicidio, il telefonino della Vitale era agganciato alla «cella» del ripetitore cui si collega quando la donna era a casa. Durante la telefonata di quella sera del 20 giugno la donna ripete più volte al suo interlocutore di non essere uscita. Poi, di fronte all’accentuata insistenza dell’uomo con cui parla, la sorella del boss ammette di essere andata solo al negozio l’Orchidea per acquistare un regalo. «Sono andata solo alla cantunera (all’angolo) e all’Orchidea». La prossima udienza è stata fissata per il 14 gennaio.

 

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