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LO SPIONAGGIO METTERÀ IN GINOCCHIO LO STATO?

Ne parliamo con l'avvocato Gioacchino Genchi

Radio Libertà - Auto da fè - 29 ottobre 2024 - di Giulio Cainarca


Oggi, nella rubrica “Auto da fé”, in cui si discutono di temi di attualità, di economia e di geopolitica, Giulio Cainarca ragiona di cybersicurezza con Gioacchino Genchi: super-esperto della materia, poliziotto aggregato nel 1993 al gruppo investigativo “Falcone-Borsellino” che si occupò delle indagini sulle stragi di Capaci e di via D’Amelio, negli ultimi trent’anni è passato, a vario titolo, attraverso le vicende del nostro Paese in cui è stato centrale il tema della trasmissione, l’intercettazione e la sicurezza dei dati.
 
Dal 2016 svolge la professione di avvocato e oggi difende il 24enne hacker Carmelo Miano, in carcere per aver violato i sistemi informativi di istituzioni, fra le quali il Ministero della Giustizia, e aziende come Tim. Il caso di Miano, insieme con quello del finanziere Pasquale Striano, quello dell’ex dipendente di Banca Intesa Vincenzo Coviello, e quello molto inquietante della società di intelligence Equalize, fa parte di una costellazione di violazioni che stanno emergendo e costituiscono un grave allarme politico, sociale ed economico.
 
Genchi spiega perché gli apparati dello Stato sono così mal protetti da essere violabili da parte di uno studente; i danni che queste violazioni possono arrecare; la differenza con le tecnologie sicure a disposizione delle grandi aziende; e i pericoli anche per i cittadini comuni, che possono essere bersaglio dei “trojan”, programmi pressoché invisibili, che possono infettare gli smartphone e gli altri dispositivi elettronici personali attraverso le connessioni, e che ne scardinano la sicurezza rendendoli “leggibili” all’esterno.