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Genchi il consulente infallibile collezionista d’assoluzioni

Zero Zero News - 16 maggio 2024 - di Redazione


 
Ennesima assoluzione Gioacchino Genchi, ex funzionario di Polizia considerato uno dei più esperti periti informatici in campo internazionale.
 
La prima sezione della Corte di Appello di Palermo, presieduta  da Adriana Piras, ha confermato la sentenza emessa nel 2022 dalla Quinta sezione del Tribunale, che ha assolto l’ex poliziotto, già consulente delle più importanti Procure italiane, “perché il fatto non costituisce reato”, dalle accuse di trattamento illecito di dati e abuso d’ufficio.
 
Gioacchino Genchi non ha dunque violato i dati personali dell’ex vice procuratore nazionale antimafia Alberto Cisterna acquisendo i suoi tabulati telefonici quando era consulente informatico dell’ex pm Luigi de Magistris e non ha commesso nessun reato rendendo nota la sua rete di rapporti nel libro-intervista ad Edoardo Montolli  “Il caso Genchi. Storia di un uomo in balia dello Stato”.Genchi il consulente infallibile collezionista d’ assoluzioni
 
Nel corso del processo, che si trascinava dal 2009, Genchi aveva rinunciato ad avvalersi della prescrizione. Cisterna si era costituito parte civile ed ha partecipato attivamente a tutte le udienze.
 
L’assoluzione di primo grado era passata in giudicato ai sensi degli effetti penali, mentre la parte civile aveva impugnato la sentenza ai fini risarcitori. La prima sezione della Corte di Appello di Palermo però ha dichiarato inammissibile l’appello di Cisterna, confermando integralmente la sentenza di primo grado.
 
Dopo l’uscita del libro, Gioacchino Genchi é stato costretto per tredici anni a difendersi da una valanga di accuse messe nero dall’allora procuratore di Palermo Francesco Messineo e da diversi pubblici ministeri, che avevano integralmente condiviso la denuncia di Alberto Cisterna, disponendo il sequestro di tutti i sistemi e i supporti informatici al tempo utilizzati del consulente.
 
La vicenda ha inizio quando Gioacchino Genchi – stimato professionista collaboratore delle più importanti Procure italiane, sin dai tempi delle prime consulenze per Giovanni Falcone e successivamente per le indagini sulle stragi di mafia del ‘92 – venne nominato consulente dal pm di Catanzaro, Luigi de Magistris, nelle inchieste “Poseidone” e “Why Not”.

Genchi il consulente infallibile collezionista d’ assoluzioni
Giovanni Falcone

Nel corso dell’acquisizione dei tabulati dei dati relativi al traffico telefonico, emersero alcune utenze cellulari in uso ad Alberto Cisterna, unitamente ad altre in uso a soggetti con lui in rapporti, quando questi svolgeva le funzioni di procuratore aggiunto della Procura Nazionale Antimafia, al tempo in cui era procuratore Piero Grasso.
 
In particolare, il consulente Genchi aveva appurato i rapporti tra Cisterna e Luciano Lo Giudice, appartenente ad una famiglia di ‘ndrangheta di Reggio Calabria.
 
Per quei rapporti, il Csm aveva applicato a Cisterna la sanzione disciplinare e la misura cautelare del trasferimento d’ufficio e l’incompatibilità a svolgere funzioni requirenti, entrambe confermate dalle sezioni unite della Cassazione.
 
Genchi aveva riscontrato inoltre che una delle utenze di Cisterna era in stretti contatti con l’avvocato Giancarlo Pittelli, ex senatore di Forza Italia, poi arrestato e condannato in primo grado a 11 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, ritenuto la cerniera tra ‘ndrangheta e politica, e nel cui studio legale di Roma al tempo collaborava come avvocato la moglie di Cisterna.Genchi il consulente infallibile collezionista d’ assoluzioni
 
La pubblicazione di questo e di altri contatti intrattenuti da Cisterna mentre era vice procuratore nazionale antimafia, secondo quanto l’ex magistrato aveva denunciato, gli avrebbero arrecato “nocumento”. Tuttavia, come sostenuto nella memoria difensiva del legale di Genchi, l’avvocato Fabio repici,  “a ben leggere il contenuto del libro, tanto i contenuti dell’intervista, che le considerazioni dell’intervistatore, non riportano alcun dato personale del dottor Alberto Cisterna, trattandosi tutte di informazioni pubbliche, già ampiamente divulgate da fonti aperte”.
 
Inoltre, é stata sostenuta “la liceità della detenzione e del trattamento dei dati delle consulenze giudiziarie svolte, anche per adempiere alla numerose richieste che tutt’ora gli pervengono da parte di numerose autorità giudiziarie di tutta Italia”.
 
Cisterna non si era limitato a denunciare penalmente Gioacchino Genchi alla Procura di Palermo, bensì aveva anche presentato un esposto al Garante della Privacy che gli aveva inflitto una sanzione di 192 mila euro, annullata prima dalla sezione civile del Tribunale di Palermo e poi dalla Cassazione, che ha rigettato il ricorso del Garante e ha integralmente confermato la sentenza del Tribunale di Palermo.Genchi il consulente infallibile collezionista d’ assoluzioni
 
Nella sentenza della Suprema Corte viene dapprima rimarcata “la congenita debolezza dell’impianto istruttorio su cui si regge l’accusa mossa nei confronti del Genchi”. Un castello di accuse sciolto come neve al sole “non essendo stato effettivamente provato sulla scorta di «un’analisi tecnica approfondita» che il Genchi avesse trattato i dati in suo possesso per finalità estranee a quelle di giustizia in ragione delle quali ne era avvenuta l’acquisizione”.
 
La Cassazione, poi, approfondisce nel merito la questione: “avendo acquisito i dati in questione nel corso della sua attività di perito, Genchi era esentato dall’osservare le norme dettate dal d.lgs. 196/2003 a tutela dei dati personali. E poiché d’altro canto non vi era prova che il Genchi avesse trattenuto e trattato i dati così acquisiti oltre i tempi richiesti dalle consulenze affidategli, nessun illecito era perciò al medesimo addebitabile”.
 
Nel corso del processo penale i giudici avevano pure disposto una superperizia, affidata all’ingegnere Mauro Manolo Belmonte e al dottor Luigi Bellanca, che ha integralmente riscontrato le argomentazioni difensive di Genchi, come detto già positivamente valutate dal Tribunale civile e dalla Corte di Cassazione, che hanno integralmente annullato la sanzione inflittagli nel 2016 dal Garante della Privacy.
 
Oggi la piena assoluzione anche in sede penale, con cui si chiude una vicenda che si trascinava da 15 anni in tre sezioni del Tribunale di Palermo, oltre alla Corte di Appello, conferma la totale correttezza dell’operato dell’ex consulente informatico Gioacchino Genchi, che ha agito secondo la legge, solo a scopo di giustizia, per l’accertamento e l’affermazione della verità.

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Gioacchino Genchi