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ATTENTATO E MINACCE A IMPRENDITORE MESSINESE, UN ARRESTO

Ansa - 25 maggio 2002 - di Redazione

MESSINA – Gli affari miliardari che ruotano attorno alla raccolta agrumicola nel messinese sarebbero al centro dell’inchiesta sull’attentato all’imprenditore agricolo Luciano Milio avvenuto l’8 gennaio scorso a Capo D’Orlando. Per questa vicenda la polizia ha arrestato oggi l’incensurato Rocco Bonina, 24 anni, impiegato in un’azienda agricola.

Il provvedimento è stato firmato dal gip del tribunale di Patti, su richiesta del sostituto procuratore Antonino Nastasi. Secondo l’accusa, Bonina avrebbe piazzato un chilo e trecento grammi di esplosivo nell’automobile di Milio per indurlo a pagare tre miliardi di lire a Giuseppe Scarpari, che è indagato in questa inchiesta, perché ritenuto il mandante.

Le indagini sono arrivate, in breve tempo, ad individuare l’indagato attraverso una serie di accertamenti investigativi eseguiti dalla squadra mobile di Messina e grazie al contributo delle consulenze tecniche eseguite sui traffici telefonici dal vice questore Gioacchino Genchi, esperto incaricato dalla procura di Patti. L’intreccio dei dati e la ricostruzione delle chiamate partite da una utenza telefonica individuata dalla polizia, ha portato a ricostruire i movimenti di Bonina e il luogo in cui si trovava la sera in cui è stata fatta saltare l’automobile dell’imprenditore.

Le intercettazioni telefoniche che ne sono seguite hanno portato a registrate le telefonate di minacce ricevute a casa Milio. Durante una conversazione fra due indagati registrata dagli agenti, Bonina si sarebbe assunto la responsabilità dell’attentato. Infatti, dalla consulenza tecnica del dottore Genchi si evince che la notte tra il 7 e l’8 gennaio scorso, l’incensurato ha compiuto un improvviso viaggio in Sicilia con altrettanto repentino rientro in Calabria. Il pm Nastasi, per questo motivo, sottolinea che dalle elaborazioni dei dati di traffico telefonico eseguite, ”appare evidente il coinvolgimento di Bonina nell’attentato”.

Milio interrogato dalla polizia, aveva segnalato una serie di minacce che aveva ricevuto da Scarpari. Per questo motivo aveva scritto e consegnato ”a soggetti di fiducia” una lettera in cui ricostruiva tutta la vicenda e che adesso è agli atti dell’inchiesta. (ANSA)