CONTATTA LO STUDIO
Pbx con ricerca automatica: 0692959901

WhatsApp: +39 335238128

Telegram: @gioacchinogenchi

I computer, le agende manipolate di Giovanni Falcone e la strana morte dell’ingegner Petrini perito al processo del 1996

ItalyFlash - 12 maggio 2020 - di Redazione

C’e’ un angolo oscuro e pieno di complessi retroscena nella storia della strage di Capaci. Dopo anni d’indagini e processi, la puzza di depistaggio è fortissima. Vi proponiamo un altro episodio oscuro quasi del tutto sconosciuto: la morte del perito che ha messo le mani nei Pc e agende elettroniche di Giovanni Falcone. Secondo attente ricostruzioni, le mani in questi strumenti elettronici, non li avrebbe messe solo Lui.
 
Luciano Petrini era un ingegnere elettronico, aveva trentasette anni quando venne trovato, il 9 marzo 1996, con il cranio fracassato, nella sua abitazione romana. E’ la storia di un altro delitto irrisolto. Ma cosa c’entra l’ingegner Petrini con Cosa Nostra, cosa c’entra con i misteri della strage di Capaci?
 
Scapolo, riservato, sempre elegante, Petrini non era un esperto informatico qualunque, era uno dei migliori. Pochi mesi prima della morte, l’8 gennaio dello stesso anno, il perito si trovava in un’aula di Tribunale, a Caltanissetta, per deporre insieme a Gioacchino Genchi in un processo importantissimo: il processo di primo grado ai presunti mandanti della strage di Capaci.
 
Nel luglio 1992 la Procura nissena aveva affidato a Petrini il delicatissimo compito di scoprire se i computer di Giovanni Falcone fossero stati manomessi. Un compito immane, ma il consulente, con Gioacchino Genchi, porto’ a termine il lavoro in poco piu’ di sei mesi.
 
I risultati? Sconvolgenti!
 
Tre anni piu’ tardi, Petrini e Genchi iniziarono a deporre davanti ai giudici. Ascoltati, pero’, anche da Toto’ Riina e Giovanni Brusca e certamente anche da altre orecchie interessate. Avevano analizzato oltre duecento milioni di byte, trentamila pagine di documenti e di dati, il contenuto di un portatile, due notebook, due databank ed una trentina di floppy disk; i due periti consegnarono alla Procura le loro conclusioni, contenute in quarantasette volumi.
 
Durante la deposizione di Luciano Petrini, qualcuno, a molti chilometri da Caltanissetta, stava entrando in casa sua, senza forzare la serratura, per appropriarsi di un computer portatile, duecento cd di musica classica ed un impianto hi-fi. Un banale furto in un appartamento, benche’ senza scasso, o un avvertimento?
 
Appena quattro mesi piu’ tardi, l’ingegnere venne trovato da un amico, Maurizio Scibona, in una pozza di sangue, avvolto in un lenzuolo. Nell’appartamento si precipitarono i poliziotti del Commissariato San Paolo, gli uomini della Mobile romana. Della vicenda pare si siano occupati alcuni agenti dei servizi segreti. Allora era in carica il Governo Dini. La serratura non era stata forzata, in casa apparentemente non mancava nulla, i vicini non avevano sentito, ne’ notato niente di strano o di anomalo. Un omicidio violento e senza rumore. Petrini è morto con testa fracassata da diversi colpi e non avrebbe mai gridato.
 
Petrini era omosessuale, il suo compagno, appunto Maurizio Scibona, possedeva le chiavi dell’appartamento e per sua fortuna aveva un alibi inattaccabile per l’ora del delitto. E la Procura in modo sbrigativo, non ebbe dubbi. Per i pm romani, l’omicidio era maturato negli ambienti gay e chiuse il caso in poche settimane. Ci voleva un colpevole. E Il colpevole, fu individuato in un portoghese, un ragazzo di vita, rimorchiato chissa’ dove e chissa’ quando da una persona riservata e discreta come Petrini.
 
I files contenuti nei computer furono aperti in data successiva alla morte di Falcone: si trattava di una serie di documenti editati dallo stesso magistrato, relativi agli atti del processo Mattarella, interventi presso il Consiglio Superiore della Magistratura, oltre ad appunti riservati. Il collegio di consulenza rilevo’ anche che la formazione del documento non era tipica dell’impostazione usata da Falcone, il quale adoperava abitualmente un numero inferiore ai sessanta caratteri per riga. Genchi dichiaro’ che sul computer portatile Toshiba era stato installato nel giugno 1992 il programma PC Tools, creato appositamente per consentire operazioni di recupero e cancellazione dati: esattamente il genere di operazioni avvenute sui computer di Falcone, mirate ad eliminare quanto era registrato e certamente compromettente.
 
Il computer Compact, acquisito dai carabinieri durante una perquisizione presso la Direzione degli Affari Penali, conteneva files riindicizzati ed editati il 9 giugno, data successiva alla strage. Questi files facevano riferimento a Gladio ed alla scomparsa di Emanuele Piazza che è stato un agente segreto italiano. Piazza è stato, secondo le indagini del tempo, assassinato nel 1990 in circostanze mai del tutto chiarite, ad opera di cosa nostra, il corpo non venne mai ritrovato. Il computer Compact sotto sequestro si trovava nella stanza di Falcone, naturalmente anch’essa sigillata, all’interno del ministero di Grazia e Giustizia.
 
I periti fecero riferimento anche ad una strana telefonata intercettata: un camionista contatto’ il centralino dell’Alto Commissario per la lotta alla mafia. Il camionista, piuttosto concitatamente, descriveva le modalita’ ed il posizionamento dell’ordigno posto allo svincolo di Capaci, indicava persino il tipo di furgone usato ed il colore delle tute indossate dagli attentatori.
 
Durante la deposizione di Petrini e Genchi fu sollevato il problema della situazione di sicurezza precaria nella quale si trovavano i due esperti nominati dalla Procura. Fu Genchi a confermare il proprio disagio: «Dopo l’accettazione di questo incarico – sottolineo’ – ho dovuto rilevare una serie di atteggiamenti da parte del ministero dell’Interno. Ad esempio, quando partii per Roma, per ispezionare il ministero di Grazia e Giustizia, chiesi di avvalermi di un agente: non furono autorizzate ne’ la missione dell’agente e nemmeno la mia. Tengo a precisare che per me era obbligo accettare l’incarico di consulenza. A Roma poi, dovendomi spostare con il pm, non mi venne assegnata neppure un’auto, tanto che ne noleggiai una, a nome mio, alla Hertz».
 
Genchi, vicequestore presso la Questura di Palermo, venne improvvisamente trasferito su disposizione del Capo della Polizia, Vincenzo Parisi, dalla Direzione del Nucleo Anticrimine per la Sicilia occidentale, all’undicesimo reparto Celere, con mansioni di ordine pubblico. «Mi fu tolta – dichiaro’ amaramente – l’auto di servizio, mi fu tolto il telefono, mi fu tolto tutto. Oggi sono qui con la mia macchina, e per poter deporre ho preso le ferie».
 
Chi opero’ sul computer di Falcone era a conoscenza della password, Joe. A questo proposito Petrini dichiaro’ ai giudici: «La potevano conoscere tutti coloro ai quali il dottor Falcone l’aveva detto. Magari l’ufficio di segreteria o la segretaria stessa. Chi ha operato sul computer, tra il 23 maggio ed il 9 giugno, verosimilmente ha ottenuto la password dalla segretaria del giudice, che non poteva non conoscerla».
 
Furono rinvenuti anche alcuni dischetti contenenti appunti sull’ex ministro della Giustizia Claudio Martelli, circa questioni particolarmente delicate: Falcone sollecitava indagini su determinati omicidi. Questi cd sono stati aperti, letti ed in parte salvati, mantenendone integro il contenuto, in parte completamente cancellati in maniera professionale.
 
Ancora una dichiarazione di Genchi: «Possiamo dire con certezza una cosa: il 9 giugno 1992, alle 16 e 20, qualcuno ha aperto il file Orlando.back, l’ha editato, lo ha letto e, a nostro parere, lo ha anche modificato».
 
Quali manine saranno mai entrate in azione?
 
Processo per la strage di Capaci
Corte d’assise di Caltanissetta
Audizione di Gioacchino Genchi e Luciano Petrini
Udienza dell’ 8 gennaio 1996
 
P.M. dott. TESCAROLI: – Volete descrivere quale tipo di incarico vi e’ stato conferito in data 14.07.92 e segnatamente quali quesiti vi sono stati posti?
 
TESTE PETRINI: – Io leggerei direttamente i quesiti che ci sono stati posti; sono tre quesiti. Il primo: “Una completa ricognizione e descrizione dei supporti informatici acquisiti agli atti del procedimento”. Il secondo: “La descrizione, estrazione e stampa del contenuto informativo dei predetti supporti informatici, compresi il recupero e la ricostruzione di quello che risulti eventualmente cancellato”. Terzo: “La trascrizione delle due microcassette rinvenute nella segreteria telefonica installata nell’ufficio del dottor Falcone, presso il Ministero di Grazia e Giustizia, e delle due musicassette marca TDK di 60 e BASF 90, rispettivamente recanti le etichette “Falcone A.C. e tel. reg. ore 18.34 del 24.05.1992 tel. reg. ore 22.54 del 23.05.1992″”. Questi erano i quesiti.
 
P.M. dott. TESCAROLI: – Ingegnere, lei quale incarico ricopre?
 
TESTE PETRINI: – Io sono il responsabile tecnico di una… per la perizia o in generale?
 
P.M. dott. TESCAROLI: – No, in generale, come attivita’ professionale.
 
TESTE PETRINI: – Dunque, in generale, la mia attivita’ professionale e’ di responsabile tecnico di una software – house che ha sede in Roma.
 
P.M. dott. TESCAROLI: – Volete indicare quali reperti vi sono stati consegnati; dove e quando risultavano rinvenuti?
 
TESTE PETRINI: – Noi abbiamo, nell’attivita’ di ricognizione, classificato complessivamente 101 reperti numerati, per l’appunto, da 1 a 109. I primi due erano le due microcassette rinvenute presso la Direzione Generale, nel suo ufficio del dottor Falcone al Ministero a Roma, prese il 23 giugno dal capitano Ferrazzano. I reperti n. 3 e 4 sono le musicassette contenenti delle registrazioni telefoniche, la fonte non e’ ben documentata; il reperto n. 5 in realta’ era il computer da tavolo installato presso l’ufficio del dottor Falcone a Roma e li’ residente; poi ci sono una serie di floppy numerati dal 6 al 38, floppy disk; il reperto n. 39 e’ una professional databank, un’agenda elettronica marca Sharp; il reperto n. 40 era un Noteboock Compact LT e quindi un computer portatile; il reperto n. 41 era una chiave di abilitazione all’uso di un programma software; i reperti dai numeri 42 al 97 erano di nuovo dei floppy disk; i reperti poi dal 98 a 101 sono stati consegnati dalla famiglia del dottor Falcone e si tratta di un computer portatile marca Toshiba, 2 floppy disk ed un professional databank marca Casio.
 
P.M. dott. TESCAROLI: – Volete riferire in termini generali quali esiti ha avuto la vostra attivita’? Quanto tempo avete impiegato per espletare l’incarico? Come e dove avete espletato l’incarico?
 
TESTE PETRINI: – Allora, l’incarico e’ stato conferito il 14 luglio per la durata iniziale di 30 giorni; poi, vista la mole consistente del materiale da esaminare, sono stati concessi dei successivi rinvii fino al 15 gennaio, data nella quale la perizia e’ stata consegnata ufficialmente. Dunque, per quanto riguarda il luogo della perizia, l’estensione di tutto il lavoro materiale, diciamo, di elaborazione, in stampa, del materiale rinvenuto e’ stato effettuato presso Palermo a cura in particolare del dottor Genchi; sono stati effettuati poi due.. due sopralluoghi nel corso della prima decade di ottobre del 1992: uno a Roma presso l’ufficio del dottor Falcone al Ministero, per esaminare il computer da tavolo che lui utilizzava presso il suo ufficio; il secondo, il secondo sopralluogo e’ stato effettuato a Milano presso gli uffici tecnici della Casio, per poter estrarre il contenuto dell’agenda, dell’agenda elettronica. Questo e’… Non so se poi…
 
P.M. dott. TESCAROLI: – Potete specificare se vi siano state manomissioni di supporti informatici in uso al dottor Falcone? Nell’affermativa indicate quali e, ove possibile, l’epoca delle stesse.
 
TESTE PETRINI: – Allora, abbiamo riscontrato, diciamo, alcune anomalie con riferimento ai seguenti.. ai seguenti temi: dunque, alcuni file risultavano, sono risultati ad un primo esame registrati con una data successiva alla morte del dottor Falcone, in realta’ questi files erano, come dire, dei documenti, erano dei testi di dati con un programma di nome Wordstar; relativamente a questi oggetti abbiamo riscontrato che , nonostante la data risultasse successiva alla morte del dottor Falcone, in realta’ il contenuto era integro, era originale, che’ e’ stato riscontrato con analoghi files presenti sui floppy di backup del dottor Falcone stesso; evidentemente l’operazione probabilmente, l’operazione di aggiornamento di questi files, e’ stata causata da una modalita’, diciamo, con la quale si era usciti dal programma Wordstar, che evidentemente era stato utilizzato dalle persone che in prima battuta hanno esaminato questi files, tale per cui pure non effettuando delle manipolazioni sul contenuto degli stessi pero’ il programma generava automaticamente un salvataggio del file stesso, che dava luogo ad un aggiornamento della data.