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AGRIGENTO. Un triangolo amoroso dietro l’omicidio di Francesco Gambacorta, il commerciante di Favara ucciso lo scorso 26 gennaio in aperta campagna con due colpi di pistola. È l’ipotesi sulla quale lavorano i carabinieri di Agrigento, che ieri mattina hanno fermato il presunto assassino, Calogero Arnone, 42 anni, dopo avere arrestato nel febbraio scorso la casalinga Giuseppa Attardo, 39 anni, che si era subito auto accusata del delitto.
Secondo quanto emerge dalle indagini, coordinate dal pm Luca Sciarretta, la donna (una single), avrebbe avuto una relazione sia con la vittima che con il presunto assassino. Aiutati dalla relazione del consulente tecnico della Procura, Gioacchino Genchi, che ha spulciato negli ultimi mesi tutte le telefonate fatte e ricevute da Giuseppa Attardo, gli investigatori sono arrivati a Calogero Arnone, proprietario di un supermercato a Favara. Fatali sono stati gli sms che i due indagati si sono mandati qualche mese prima dell’omicidio. Sms che la donna aveva cancellato, ma che il superperito ha ritrovato nella memoria del telefonino. È li – secondo gli investigatori – la prova che i due amanti mostravano astio e risentimento verso Francesco Gambacorta.
La svolta nelle indagini è stata data dalla stessa donna: in un primo momento si era autoaccusata del delitto, affermando di essere stata lei a sparare senza l’aiuto di nessuno. Poi nel marzo scorso ha fatto delle parziali ritrattazioni affermando di non essere stata lei a sparare, senza, però, fare nomi. Le ulteriori indagini dei carabinieri l’hanno però costretta a rivelare la seconda storia d’amore. La relazione tra Giuseppa Attardo e Francesco Gambacorta (la vittima) andava avanti da un decennio. La donna avrebbe voluto troncarla da tempo ma lui avrebbe iniziato a minacciarla. Nel frattempo, però, nel 2004,Giuseppa Attardo aveva allacciato una nuova relazione amorosa, questa volta con Calogero Arnone che incontrava negli uffici del suo supermercato.
Secondo una ricostruzione il 26 gennaio del 2006 la donna invitò Francesco Gambacorta in contrada San Benedetto. Qui, come sostiene la Procura, è sopraggiunto Calogero Arnone che ha iniziato una colluttazione con Gamabacorta. Alla fine, come raccontato dalla stessa Attardo appena due giorni fa al magistrato, Arnone avrebbe esploso due colpi di arma da fuoco contro Gambacorta uccidendolo. L’assassino si sarebbe poi disfatto dell’arma buttandola in un cassonetto. Ad «incastrare» Arnone ci sono anche le testimonianze dei dipendenti del supermercato. Interrogati dal pm Sciarretta hanno ammesso che il pomeriggio del 26 gennaio 2006, cioè nell’ora del delitto, Arnone non si trovava dentro il supermercato.
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