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Denaro a fiumi, centinaia di posti di lavoro. La mafia ora punta sui centri commerciali

I market di Cosa nostra. Da Provenzano a Messina Denaro, da Falsone a Santapaola, i boss preferiscono riciclare i soldi nella grande distribuzione. Perfino Binu voleva aprire un supermercato nella sua Corleone

Giornale di Sicilia - 18/07/2008 - di Vincenzo Marannano

PALERMO. Perfino Bernardo Provenzano, durante la sua villeggiatura a base di ricotta e cicoria nel casolare di Montagna dei Cavalli, aveva gettato le basi per l’apertura di un supermercato Despar nella sua Corleone. Aveva fiutato l’affare, il vecchio Binu.  Soldi a fiumi, contanti subito e pagamenti a tre mesi: il modo migliore per riciclare i proventi del racket. Così, senza indugiare troppo, decise di investire della questione direttamente Matteo Messina Denaro, il «titolare» del marchio per la zona di Trapani. L’uomo che, attraverso Giuseppe Grigoli, aveva piazzato punti vendita in mezza…

Mazzata alla mafia di San Lorenzo. Due ergastoli e altre sei condanne

Giornale di Sicilia - 22 marzo 2000 - di Riccardo Arena

Dopo l'annullamento da parte del Tribunale del Riesame di Palermo dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di diversi indagati (fra i quali il giovane boss Lo Piccolo Sandro, da allora latitante), il Pubblico Ministero della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo ha conferito al dr. Gioacchino Genchi un articolato incarico di consulenza volto all'elaborazione ed all'analisi dei dati di traffico telefonici ed alla ricostruzione dei rapporti fra gli indagati, con particolare riguardo alle dinamiche dei frangenti omicidiari oggetto delle imputazioni. Dopo il deposito della relazione, nel corso di diverse…