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RAPINE A PALERMO, INDAGINE COINVOLGE ANCHE UN CARABINIERE

Ansa - 24 marzo 2006 - di Lirio Abbate

PALERMO – Anche un sottufficiale dei carabinieri avrebbe avuto un ruolo in una rapina messa a segno in una villa di Palermo nel 2002 per la quale stamani la polizia di Stato ha eseguito sei ordini di custodia cautelare. Dall’inchiesta emerge infatti il coinvolgimento del militare Matteo Di Giovanni, detto ”Amedeo”, di 44 anni, che è risultato in strettissimi rapporti con Giuseppe e Salvatore Di Lorenzo, finiti oggi in cella su richiesta della procura.

Le indagini hanno accertato che il sottufficiale e Giuseppe Di Lorenzo erano in contatto nelle fasi preparatorie ed esecutive della rapina alla villa che ha fruttato oltre 100 mila euro. Durante le fasi concitate del colpo i due banditi smarrirono un telefono cellulare attraverso il quale sono stati ricostruiti i contatti.

Di Giovanni è coinvolto, a piede libero, anche in un’altra inchiesta che riguarda una fuga di notizie avvenuta nei mesi scorsi.

Attraverso i dati del traffico telefonico elaborati dal consulente della procura, Gioacchino Genchi, appare possibile che Matteo Di Giovanni abbia raggiunto Di Lorenzo nei pressi di Torretta, organizzando anche la ”pantomima” della sua cattura, eseguita dai carabinieri la mattina successiva alla rapina, solo dopo le ricerche avviate dalla polizia che, inconsapevole di tutto, si era appoggiata alla stazione dei carabinieri di Torretta per richiedere ausilio e individuare l’abitazione diGiuseppe Di Lorenzo.

Il ricercato, fino a poche ore prima dell’arresto, oltre che nei giorni precedenti, risultava in stretto contatto telefonico con la caserma dei carabinieri di Torretta, oltre che con numerose ”utenze istituzionali”. Nei confronti di Di Lorenzo era stato emesso dalla procura della Repubblica di Velletri il21 giugno 2002, un ordine di carcerazione per scontare una pena. Ma il provvedimento notificato a Palermo il 12 luglio 2002 venne eseguito dai carabinieri di Torretta solo il 22 agosto successivo. Il ”differimento” di un mese dell’arresto appare agli investigatori ingiustificato.

Dal traffico telefonico del cellulare Salvatore Di Lorenzo si aprono inquietanti interrogativi sui rapporti dell’indagato con strutture istituzionali dell’Arma, della polizia di Stato, dei Servizi segreti, e sul possibile coinvolgimento del rapinatore in altri episodi criminali dei quali si sta occupando la procura Distrettuale Antimafia di Palermo. (ANSA)