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LOMBARDINI, PAOLA E IOSEFINE NEGANO: “AD ELMAS NON C’ ERAVAMO”

Ansa - 10 settembre 1998 - di Redazione

PALERMO – Le donne di Lombardini hanno negato, con decisione. Se i magistrati di Palermo pensavano di chiarire oggi i misteri della notte di Elmas, sono rimasti delusi. Nessuna di loro ha ammesso di essere la signora che accompagnò il procuratore personalmente impegnato contro i sequestri all’incontro di Elmas, la notte tra l’8 ed il 9 ottobre dello scorso anno. Nel ricordo del suo uomo Paola, 45 anni, l’ingegnere, alla fine si è commossa, quasi fino alle lacrime. Iosefine, 38 anni, impiegata delle Poste con un passato in divisa da agente è stata più fredda. Entrambe, alla fine non hanno voluto rilasciare dichiarazioni sull’interrogatorio. ”Lombardini era un uomo onesto – ha tenuto a dire Iosefine – non ha mai preso una lira”.

Compagne di Lombardini in periodi diversi della sua vita, le due donne si conoscono soltanto di vista, non si sono mai frequentate e i magistrati di Palermo hanno fatto in modo che non si incontrassero, per evitare momenti imbarazzanti.

Per tre ore ciascuna, prima la Gallistru, poi la Bitti, hanno risposto alle domande dei pm Antonio Ingroia, Lia Sava e Giovanni Di Leo in un clima disteso, sereno, inframmezzato da caffè e sigarette.

Al di là dell’incontro di Elmas, per il quale non sono giunte indicazioni utili processualmente, dai due interrogatori i magistrati hanno ricavato un profilo privato molto dettagliato di Lombardini ed una conferma investigativa: il magistrato suicida, hanno ammesso le due donne, avrebbe effettivamente svolto in questi anni un ruolo centrale nell’azione anti-sequestri diventando un punto di riferimento importante per le famiglie dei rapiti. Iosefine e Paola, inoltre, avrebbero ammesso un’altra circostanza già acquisita giudiziariamente: entrambe avrebbero messo a disposizione di Lombardini i propri telefoni cellulari utilizzati dal magistrato per contattare, secondo l’accusa, Grauso e altre persone. Buona parte dei due interrogatori, infatti, è stata occupata dalla ricostruzione di tutti i contatti telefonici dei cellulari delle due donne, compiuta alla presenza del consulente nominato dalla Procura, Gioacchino Genchi.

Al termine dei due interrogatori i magistrati titolari dell’inchiesta sui risvolti ancora oscuri del sequestro di Silvia Melis si sono riuniti brevemente per fare il punto sulle acquisizioni raccolte. Domani saranno sentiti altri due testimoni. (ANSA)