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PALERMO – L’analisi del traffico telefonico di un cellulare satellitare sequestrato in una imbarcazione approdata a Lampedusa nelle scorse settimane durante uno sbarco di clandestini, offrirà agli inquirenti un quadro completo dei contatti che gli scafisti hanno avuto per organizzare la traversata del Canale di Sicilia.
Il provvedimento istruttorio è stato deciso dai giudici del tribunale di Agrigento, davanti ai quali si svolge il processo in cui è imputato il palestinese Aimad Mohamed Khadam, 20 anni, arrestato il 5 giugno scorso.
L’uomo, giudicato con il rito direttissimo, è accusato di avere organizzato con altri complici ancora ignoti il trasporto dei clandestini dalle coste libiche alla battigia di Lampedusa, dove sono stati fermati ed arrestati dai carabinieri.
Aimed è accusato anche di estorsione, per avere preteso somme di denaro dai suoi connazionali con la minaccia di rilevare la nazionalità effettiva, che non avrebbe loro consentito di ottenere il visto di soggiorno per asilo politico.
I giudici hanno conferito oggi una perizia al funzionario di polizia esperto in telecomunicazioni Gioacchino Genchi, proprio su un telefono satellitare sequestrato all’imputato palestinese. Con l’apparecchio, secondo gli inquirenti, gli scafisti avrebbero organizzato i viaggi e diretto la rotta, grazie anche alle speciali tecnologie di orientamento referenziale offerte dai sistemi satellitari.
Al momento dell’arresto l’uomo aveva cercato di disfarsi del cellulare buttandolo in acqua e nascondendo la Sim card dentro una cucitura ricavata nel bavero della giacca.
I giudici del Tribunale di Agrigento intendono accertare i legami internazionali degli scafisti, in particolare l’ individuazione dei basisti libici e degli eventuali riferimenti in Italia. (ANSA)
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