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“Genchi ha fatto solo il suo dovere”

L'ex Presidente: acquisire quei tabulati era legale

La Stampa - 26 gennaio 2009 - di Guido Ruotolo

«Per curiosità e per amor d’arte, ho chiesto a chi lo sa che mi ha assicurato che le intercettazioni o l’acquisizione dei tabulati sono legali, perché disposte da un pubblico ministero con l’approvazione di un gip». Il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, difende il pm Luigi De Magistris e il suo consulente tecnico, Gioacchino Genchi. Difende l’inchiesta della Procura di Salerno contro quella di Catanzaro, e attacca il Csm e le decisioni della sezione Disciplinare: «Il povero procuratore Apicella ha pagato per colpe non sue. La Disciplinare non doveva pronunciarsi perché l’azione di Apicella e dei suoi sostituti era stata ritenuta legittima da un giudice, e anche il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ndr) avrebbe dovuto avere la saggezza di attendere».

 

Dunque, Presidente, altro che scandalo del secolo come sostiene il capo del governo, Silvio Berlusconi.

«La verità è che questo “scandalo”, data da molto tempo ed è venuto alla ribalta adesso per due motivi. Il primo è che siamo alla stretta sulla legge per le intercettazioni, il secondo che il Copasir all’unanimità ha chiesto di vedere le carte».

 

Decine di migliaia di contatti telefonici e tabulati. Mezzo Paese – con i suoi vertici politici, militari, istituzionali – sotto controllo e tutto va bene?

«Mi hanno detto che il dottor Giacchino Genchi era un valente funzionario di Ps, un vicequestore. Non è chiaro se ora si trovi in aspettativa o a riposo. Del resto, mi hanno detto, ha i suoi uffici in un locale confiscato alla mafia. Non si pone un problema giuridico ove mai le intercettazioni di un parlamentare fossero state indirette. E a quanto mi risulta il Comando generale dell’Arma dei carabinieri è stato intercettato a lungo, sempre nel rispetto delle norme. Per tutti i vertici delle forze di polizia, persino per il Capo della Polizia e dello Stato Maggiore dei Carabinieri non c’è presunzione di segretezza».

 

E per gli uomini dei servizi segreti?

«Come lei sa, pendono alla Corte Costituzionale sei ricorsi: due del governo Prodi, due del governo Berlusconi e altrettanti dai procuratori di Milano e dal giudice monocratico titolare del processo sul sequestro di Abu Omar. Sono pronto a scommettere che la Consulta darà torto al governo e ragione ai magistrati, anche perché se non fosse così il processo Abu Omar verrebbe annullato. Quello che non si è mai saputo, e che so perché ho spulciato tutte le risposte scritte alle interpellanze parlamentari, è che la Procura di Milano ha informato il ministero dell’Interno che avrebbe fatto pedinare e intercettare uomini dei servizi segreti».

 

Se l’archivio Genchi è legale, perché persino il Copasir lancia una forte preoccupazione?

«Il Copasir vuole capire se uomini dei servizi sono stati intercettati? Aspetti la decisione della Corte Costituzionale».

 

Presidente, la stretta sulle intercettazioni. Vanno abolite?

«Ma per carità… Certo la gente rimane colpita dal numero enorme di intercettazioni e di acquisizioni di tabulati autorizzate da un giudice su richiesta di un pm. Le intercettazioni non vanno abolite, semmai limitate a reati gravi, compresi quelli contro la pubblica amministrazione. Quello di oggi è soltanto uno scandalo politico».

 

Converrà che pone un problema il fatto che un cittadino, in questo caso Giacchino Genchi, abbia nei suoi uffici il più grande archivio privato di dati sensibili?

«Mica è il suo. Evidentemente, le diverse procure che gli hanno delegato le consulenze gli hanno affidato, forse perché non hanno spazi dove custodirli, i loro archivi. Se poi mi chiede se tutto questo è legale, io le rispondo che è legale come lo era il confino, il Tribunale Supremo per la Difesa dello Stato o Auschwitz».