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E’ ripreso questa mattina, al tribunale di Marsala, il processo sul rapimento di Denise Pipitone, avvenuto il 1° settembre del 2004. Due sono gli imputati del procedimento: Jessica Pulizzi, sorellastra per parte di padre di Denise, accusata di concorso in sequestro di minorenne, e il suo ex fidanzato Gaspare Ghaleb, che deve rispondere del reato di false dichiarazioni al pubblico ministero. La madre di Jessica pulizzi, invece è indagata per lo stesso reato della figlia.
Dalla deposizione del perito informatico Genchi, sull’esito dell’incarico affidatogli dalla Procura di Marsala e cioé sull’esame dei tabulati telefonici e spostamenti, relativi alle intercettazioni effettuate in fase d’indagine, è emerso che la mattina del 2 settembre 2004, il giorno dopo il sequestro della piccola Denise Pipitone, il telefono di Anna Corona si agganciò a varie celle nel percorso tra Mazara del Vallo, luogo del rapimento, e Villagrazia di Carini (Palermo).
La circostanza – emersa oggi dall’esame dei tabulati esposto dal consulente Gioacchino Genchi nel corso del processo a Marsala – secondo il legale di parte civile Giacomo Frazzitta conferma le prime dichiarazioni rese agli inquirenti da Giuseppe D’Assaro, pluriomicida e ex marito di una sorella di Pietro Pulizzi, padre dell’imputata Jessica Pulizzi e della bambina rapita. D’Assaro raccontò che Denise venne portata a Villagrazia di Carini, nell’abitazione di suo genero Antonino Cinà. Nel corso dell’udienza Genchi ha anche parlato di rapporti frequenti di Cinà con Anna Corona e la figlia Jessica, “con migliaia di contatti telefonici che si sono interrotti dopo il sequestro – ha affermato il perito – e il 2 settembre Cinà attivò una nuova utenza, che non fu mai intercettata”.
da “RaiNews24ore.it” di venerdì 15 giugno 2012
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