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Corruzione, a Cefalù torna libero l’imprenditore Cimino

Il patron dei lidi. Alla vigilia del processo potrà partire e partecipare ai più importanti eventi fieristici del settore turistico-alberghiero

Giornale di Sicilia - 4 ottobre 2017 - di Giuseppe Spallino

CEFALÙ. Incassa un ulteriore risultato la difesa dell’imprenditore balneare Giovanni Cimino. Dopo il dissequestro dei lidi, il Tribunale del riesame di Palermo ha sospeso la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, autorizzando il patron dei più rinomati lidi della cittadina normanna a partecipare ai più importanti eventi fieristici internazionali del settore turistico-alberghiero che si terranno a ottobre. Con questa decisione il riesame ha ribaltato la decisione del Tribunale di Termini Imerese che aveva rigettato la richiesta alla vigilia del processo «Spiagge libere», che inizierà l’11 ottobre, in cui Cimino è imputato di corruzione.

L’inchiesta giudiziaria nacque dalla denuncia di un imprenditore stanco di aspettare la licenza dall’Assessorato regionale al territorio, dove determinati funzionari si sarebbero adoperati per soddisfare in tempo reale ogni richiesta dell’imprenditore Giovanni Cimino, mentre altri esercenti di lidi balneari attendevano mesi per il rinnovo delle concessioni. L’imprenditore all’inizio fu messo agli arresti domiciliari, successivamente solo all’obbligo di firma. Cimino ha proseguito l’attività imprenditoriale nel settore turistico e alberghiero nell’hinterland cefaludese, dove opera nelle aziende di famiglia, di cui è socio di capitali, oltre che direttore commerciale e direttore del personale. Per questo, tramite il suo legale, l’avvocato Gioacchino Genchi, ha chiesto la sospensione della misura per consentirgli di partecipare alla «54ª edizione della Fiera internazionale B2B del turismo (TTG)», che si terrà a Rimini dal 12 al 14 ottobre, e successivamente alla fiera internazionale del settore turistico-alberghiero «Canton Fair Guangzhou – China import and export Fair», in programma presso la città di Canton Guangzhou, in Cina, destinata agli operatori esteri e ai fornitori di beni e servizi che operano nel continente asiatico. Il 29 agosto scorso il Tribunale di Termini Imerese aveva bocciato l’istanza. Ora invece potrà partire. L’auspicio della difesa è che questo pronunciamento sia «l’avvio di un chiarimento nelle sedi giudiziarie sulla perfetta liceità dell’attività imprenditoriale nel settore turistico-alberghiero che la famiglia di Giovanni Cimino esercita a Cefalù da oltre 50 anni e che dà lavoro a diverse centinaia di famiglie delle Madonie. Il rispetto delle regole nel rilascio delle concessioni demaniali – conclude il legale Gioacchino Genchi – non vuol dire criminalizzare a tutti costi chi esercita delle attività imprenditoriali contribuendo allo sviluppo turistico e all’occupazione del circondario».

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