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Il commissario del concorso per diventare avvocati avrebbe tentato di aiutare alcuni candidati, ma fu ripreso da un aspirante professionista munito di telecamera. Per Liborio Sabatino, presidente dell’Ordine degli avvocati di Termini Imerese, adesso è stata chiesta la condanna a dieci mesi. Otto mesi è invece la pena proposta per uno dei candidati, Michele D’Anna, tre per Sergio Soldo. I due realizzarono un compito pressoché uguale: i temi furono annullati ma Soldo divenne comunque avvocato, grazie a un ricorso vinto al Tar.
Secondo il pm Fabrizio Vanorio, che ieri ha tenuto la requisitoria in Tribunale, oltre alle riprese e ai compiti uguali, ci sono una serie di riscontri alle accuse: i tabulati telefonici, la perizia dell’esperto informatico Gioacchino Genchi, che dimostrano una serie di contatti fra D’Anna e Sabatino, prima del concorso «incriminato», risalente al dicembre del 2000.
La difesa degli imputati ha respinto le accuse: ieri ha parlato l’avvocato Ninni Reina, legale di Sabatino, venerdì la sentenza, che sarà pronunciata dalla prima sezione del tribunale, presieduta da Cesare Vincenti. La ricostruzione di Vanorio parte proprio dalle riprese effettuate da I.D.B., un candidato poi bocciato. Il concorso si svolgeva in tre giornate e l’uomo aveva deciso di documentare quel che vedeva. Nelle immagini si vedeva Sabatino parlare con alcuni concorrenti, appoggiarsi al tavolo di uno di loro e si vedeva anche un foglio.
Il video fu interrotto bruscamente perché uno dei sorveglianti si accorse della telecamera e a quel punto era scoppiato il caso: la prova di I.D.B. era stata interrotta e poi annullata, Sabatino fu incriminato assieme a quattro candidati, per due dei quali arrivò poi l’archiviazione. L’accusa per i tre imputati è di aver violato l’articolo 2 della legge 475 del 1925, la normativa che — in sostanza — vieta di copiare ai concorsi. Per Sabatino e D’Anna (tra i due c’era un rapporto di conoscenza) c’è pure il tentativo di abuso d’ufficio.
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