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IL CELLULARE CHE NON SI PUÒ INTERCETTARE

News - 17 agosto 2005 - di Edoardo Montolli

I primi ad attrezzarsi contro le intercettazioni sono stati, come al solito, i malviventi che, quando il discorso si fa pesante, si danno appuntamento sul Messenger della Microsoft: webcam, microfono, telecamera e addio alle orecchie lunghe. «È così. Ma non è vero che le intercettazioni sono aumentate. Casomai sono aumentate le utenze e le tecnologie». Quarantaquattro anni, funzionario di polizia e consulente dell’autorità giudiziaria, Gioacchino Genchi è considerato il massimo esperto in materia. «Prima si usavano solo i telefoni di casa e ufficio. Oggi ognuno ha un cellulare che dispone di diversi servizi, wap, umts, sms, e-mail. Ciascuno di essi ha un proprio apparato di riferimento. Un’intercettazione seria deve seguire tutti i percorsi». Già. Basti pensare che un gsm ha due codici di riferimento: quello della scheda sim che viene inserita e quello della imei, sostanzialmente il numero seriale del telefonino. Se nel telefono entrano più sim, i dati di chi fa le indagini vanno richiesti ai diversi gestori: il lavoro diventa enorme. «Se deve essere intercettato un telefono H3G, che utilizza un sistema di roaming, si devono inoltrare richieste a tutti i gestori. Ma non è che aumentano le intercettazioni, l’utente è sempre lo stesso». Nel luglio 2004, sulla base di un telefono satellitare gps (capace di fornire l’esatta posizione in qualsiasi punto del mondo) ritrovato su un barcone nell’Agrigentino, Genchi riuscì addirittura a ricostruire le rotte degli scafisti dalla Libia a Lampedusa, portando così alla condanna del proprietario, Aimed Mohamed Ishdam, a 8 anni di reclusione. Perché il cellulare, grazie alle cosiddette celle, cui si aggancia, ricostruisce passo passo la vita delle persone. «Con un cellulare e un collegamento internet si possono commettere molti reati. Basta un sms cifrato o una chiamata a vuoto, spesso considerata innocente, ad attivare un detonatore dall’altra parte del mondo. È per questo che bisogna stare attenti a modificare al buio la legge sulle intercettazioni». Peraltro in commercio ci sono già i gsmk, i cui sistemi criptati impediscono a chiunque di ascoltare la conversazione. Sia di chi lo usa sia dall’altra parte del telefono, purché collegato al pc. Costa poco più di 5000 euro. Lo vendono anche on line. I criminali, di sicuro, lo sanno.

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