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MAZARA DEL VALLO (TRAPANI) – La notte scorsa la polizia ha interrogato ancora una volta alcune persone nell’ambito dell’indagine sul rapimento di Denise Pipitone, la bimba di 4 anni scomparsa da casa il primo settembre scorso.
Sono stati effettuati confronti, ripetuti interrogatori, e controllati alibi. Nulla di nuovo è però emerso da questi accertamenti, disposti dalla procura della Repubblica a Marsala.
Gli inquirenti ipotizzano diverse piste, oltre a quella di una vendetta privata nei confronti della famiglia di Denise, adesso viene valutata anche quella di un ”mostro” che potrebbe girare per Mazara. Ma sono solo ipotesi.
Polizia e carabinieri stanno lavorando insieme a questo caso che diventa ogni giorno più misterioso e complicato.
La Questura sta mettendo in campo i migliori investigatori per questo caso, che sfruttano al meglio i pochi mezzi che hanno a disposizione, così pure i carabinieri affiancati dai colleghi del Ros. Gli agenti dei reparti speciali, ogni mattina, possono raggiungere la cittadina solo con alcune volanti, perché non vi sarebbero sufficienti auto civetta.
Intanto la mappa del territorio di Mazara del Vallo, attaccata alla parete dell’unità di crisi, si riempie sempre di più di crocette con cui vengono indicati i luoghi controllati.
L’analisi dei tabulati telefonici è in corso. Da alcuni giorni sta lavorando alla scomparsa della bambina il vice questore Gioacchino Genchi, ai quali la procura di Marsala ha affidato una consulenza tecnica per accertare gli spostamenti e i contatti delle persone sospettate del sequestro.
Gli investigatori hanno accertato che Denise è scomparsa il primo settembre in un buco di cinque minuti in cui è rimasta da sola a giocare davanti la sua abitazione in via Domenico La Bruna. In questi 350 secondi la bimba è rimasta da sola, in strada, dopo che aveva finito di giocare con i due cuginetti. In questo breve periodo di tempo Denise sarebbe stata prelevata, in maniera rapida. Nessuno ha sentito automobili sgommare e partire in velocità. Nessuno ha visto persone sospette aggirarsi nella zona. La polizia ha accertato che nella zona, in quel giorno, c’erano degli zingari, ma controlli effettuati nei campi nomadi di diverse città è stato escluso il loro coinvolgimento. Il caso resta dunque ancora aperto, mentre si allungano i giorni del sequestro. (ANSA)
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