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Assolto, poi l’ergastolo in appello. Ma dopo la sentenza è fuggito

Epilogo con un colpo di scena al processo contro Salvatore Bagliesi, condannato per duplice omicidio. Ha fatto perdere le tracce

Giornale di Sicilia - 11 dicembre 2008 - di Riccardo Arena

PALERMO. Salvatore Bagliesi non ha aspettato i carabinieri: era libero dopo l’assoluzione in primo grado, ma martedì mattina l’hanno condannato all’ergastolo in appello; nel pomeriggio dello stesso giorno si è reso irreperibile e i militari non lo hanno trovato. Bagliesi è così considerato latitante: i carabinieri della Compagnia di Partinico e del Comando provinciale adesso gli danno la caccia.

La sentenza che ha condannato l’agricoltore al carcere a vita è arrivata a metà mattinata di martedì. Il processo riguarda il duplice omicidio di Francesco Paolo Alduino e Roberto Rossello, avvenuto a Partinico il 10 aprile del 1999. Bagliesi era stato scagionato, il 18 dicembre dell’anno scorso, e la terza sezione della Corte d’assise di Palermo ne aveva ordinato la scarcerazione.

Il processo di secondo grado è stato celebrato dunque mentre l’imputato si trovava a piede libero. L’altro ieri mattina Bagliesi si è presentato in aula, assieme ad altre tre persone, due donne e un uomo. Nell’udienza precedente il procuratore generale aveva chiesto la sua condanna e il legale dell’imputato, Laura Indelicato, la conferma del giudizio di primo grado.

Dopo un paio d’ore di camera di consiglio, la prima sezione della Corte d’assise d’appello, presieduta da Innocenzo La Mantia, a latere Alfredo Montalto, ha riformato la decisione dei «primi giudici» e ha inflitto la massima pena all’imputato.

Bagliesi si è allontanato dal palazzo di giustizia senza che nessuno lo fermasse: a suo carico non c’era infatti alcun provvedimento cautelare. Il pg, visto l’esito del processo e il prevedibile pericolo di fuga, nel giro di poche ore ha chiesto e ottenuto l’ordinanza di custodia dallaCorte d’assise. Quando i carabinieri si sono presentati nell’abitazione dell’imputato non lo hanno però trovato.

L’assoluzione di primo grado era stata al quanto controversa, perlomeno secondo le valutazioni dell’accusa, rappresentata dal pm Francesco Del Bene. Oltre alle dichiarazioni del pentito Michele Seidita, c’era infatti un riscontro, rappresentato da una perizia dell’esperto informatico Gioacchino Genchi: grazie ai «tracciamenti», che consentono di individuare la posizione di un telefono cellulare, Genchi aveva scoperto che Bagliesi, la mattina del delitto, alle 5.40, si trovava nei pressi dell’abitazione di Alduino, la vittima designata. L’agguato fu consumato alle 6.30, nel panificio dello stesso Alduino. Roberto Rossello fu ucciso anche se era estraneo alla vicenda. Dalla perizia venne fuori che né prima né dopo quel 10 aprile di nove anni fa, Bagliesi si era trovato vicino a casa di Alduino. Meno che meno alle 5.40 del mattino.

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