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Il video, le testimonianze, le accuse del candidato bocciato, la perizia del superesperto informatico. E alla fine del processo arrivano le condanne per i tre imputati, il commissario del concorso e due concorrenti, aspiranti avvocati, «aiutati», secondo l’accusa, a superare gli esami di abilitazione professionale. Liborio Sabatino, presidente dell’Ordine forense di Termini Imerese, ha avuto dieci mesi, pena sospesa; otto mesi invece a Michele D’Anna e tre a Sergio Soldo.
Le accuse: violazione della legge 475 del 1925, che vieta di copiare ai concorsi, tentato abuso d’ufficio per Sabatino e D’Anna, che si erano messi d’accordo — secondo l’accusa — prima delle prove «incriminate», svolte nel dicembre del 2000. La sentenza sarà impugnata dai difensori, gli avvocati Ninni Reina e Raffaele Restivo, che ritengono insussistenti gli elementi valutati dalla prima sezione del Tribunale, presieduta da CesareVincenti. I giudici hanno accolto le tesi e le richieste del pm Fabrizio Vanorio.
Punto di partenza della vicenda giudiziaria fu il video girato da I.D.B., candidato pluriripetente e che si ritenne emarginato rispetto a meccanismi cui avrebbero partecipato decine e decine di altri concorrenti. Per documentare la situazione, l’uomo si presentò alla seconda giornata di prove con una videocamera nascosta dentro uno zainetto. Non riuscì a realizzare granché, anche se si intravedeva il passaggio di un foglio di giornale da Sabatino a uno dei candidati.
Dopo che I.D.B. venne scoperto dai vigilanti, comunque, si mise in moto l’inchiesta: l’uomo a quel punto disse che quattro candidati avevano ricevuto l’aiuto di Sabatino. Primo riscontro all’accusa, il fatto che i temi di Soldo e D’Anna fossero pressoché identici. Furono raccolte poi una serie di testimonianze — di vigilanti, di altri commissari del concorso— che confermarono il passaggio del foglio e poi dissero che il presidente dell’Ordine degli avvocati termitano avrebbe fatto una serie di telefonate, durante lo svolgimento del tema, che avrebbe preso freneticamente appunti e alla fine sarebbe andato a parlare con i candidati. Percepita anche una frase ritenuta significativa dall’accusa: «’A chiusura poi sa fannu iddi».
Il pm Vanorio, per trovare ulteriori riscontri agli indizi, fece pure svolgere una perizia sulle telefonate fatte da Sabatino e dai candidati ritenuti raccomandati: emersero una serie di chiamate, nei giorni precedenti le prove, tra D’Anna e Sabatino (che si conoscevano fra di loro) e risultò confermato pure che il commissario aveva consultato colleghi e professori universitari, durante gli esami. Archiviate le posizioni di altri due candidati, contro i quali non sono emersi elementi. Un dato in controtendenza, nel dibattimento, è stato il ricorso vinto da Soldo al Tar: i giudici amministrativi stabilirono che la sua prova fu regolare e gli fecero superare il concorso. Un elemento, questo, su cui punterà la difesa nel ricorso in appello.
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