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Quando un politico è in difficoltà, denuncia un complotto-bufala. Nel 1996 B. svelò di aver trovato un cimicione a palazzo Grazioli, accusò di spionaggio le “Procure eversive”, il Parlamento e i media gli andarono dietro, poi si scoprì che era un ferrovecchio inservibile messo lì dai bonificatori chiamati da lui. Nel 2009 ci riprovò con lo “scandalo enorme di un signore che ha spiato 350mila persone”: il vicequestore Gioacchino Genchi, consulente in processi di mafia, omicidi e corruzioni, allora impegnato nell’inchiesta Why Not di De Magistris. Genchi non ha mai intercettato una mosca: incrociava intercettazioni e tabulati disposti e acquisiti dai giudici. Il caso riempì Camere e giornaloni di alti lai, Genchi e De Magistris furono rimossi e poi assolti.
Ora ci risiamo. Crosetto denuncia “dossieraggi” perché Domani pubblicò notizie vere sui suoi compensi da consulente di Leonardo e vuol conoscerne la fonte. I pm indagano e scoprono che un maresciallo della Finanza in servizio alla Dna ha compiuto accessi non autorizzati a dati fiscali segnalati per operazioni bancarie sospette di riciclaggio. Ora se costui, già trasferito, ha commesso reati, sarà condannato. Ma non si capisce di quali “attacchi alla democrazia” di “pezzi deviati dello Stato” per “fermare il governo Meloni” o “fabbrica dei ricatti” (Rep) si vada cianciando. Oltre a Crosetto, fra gli attenzionati figurano Conte, Casalino, Renzi e non politici come Totti: ce n’era per tutti, non solo per il governo Meloni. Eppoi è ancora da accertare l’uso fatto dal sottufficiale delle notizie (vere, peraltro): se uscivano sui giornali, i ricatti erano impossibili; se restavano segrete, potevano essere usate per estorcere qualcosa a qualcuno, ma va dimostrato che sia avvenuto. Quello di Crosetto, poi, era un segreto di Pulcinella: il suo conflitto d’interessi di capo dei costruttori d’armi che diventa ministro della Difesa era noto a tutti, anche a lui, che proprio per quel motivo l’estate scorsa negava di ambire a quel ministero.
Era sotto i governi B. che si facevano dossieraggi per screditare oppositori, pm e giornalisti non allineati: l’archivio fuorilegge del Sismi di Pollari&Pompa; gli spioni della Security Telecom; le commissioni Telekom Serbia e Mitrokhin con falsi testimoni. Quindi la destra che punta il dito dovrebbe guardarsi allo specchio. Su un punto però Crosetto ha ragione: “Come funziona il circuito dei dossier nel rapporto con chi poi li pubblica?”. Ma il quadro horror che dipinge si realizzerà con la legge bavaglio di Nordio: magistrati, cancellieri, agenti, avvocati, cronisti avranno intercettazioni che non si potranno più pubblicare, alimentando veleni e ricatti. Lo disse la Corte Suprema Usa nel 1913: in democrazia “il miglior disinfettante è la luce del sole”.
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