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SANTA MARGHERITA DI B. “Oggi siamo una terra che sembra appartenere a Cosa nostra, in cui i nostri destini vengono decisi dal capomandamento, dal capofamiglia da qualcuno appartenente alla massoneria o da soggetti delle istituzioni che sono vicini a questi controllori. Questo provoca un abbassamento della qualità della nostra vita”. Si esprime così il magistrato Salvatore Vella, di fronte a tutte le istituzioni ed alla società civile presenti dentro l’affollato Teatro S. Alessandro, per la seconda serata Antimafia, che ha visto anche la testimonianza del PM di punta in Sicilia, Antonio Ingroia.
“Il lavoro investigativo, Scacco Matto è stato un’operazione di squadra” sottolinea Vella, all’uditorio che lo ascolta in silenzio. “Noi cittadini abbiamo gli strumenti per cambiare questo stato di cose. Non possiamo darla vinta a chi ragiona in maniera feudale. A chi ha il diritto di vita e di morte dei suoi sudditi. Questi incontri servono a sentirci meno soli. Oggi abbiamo l’accesso alle informazioni, possiamo pretendere che ci amministra, ci amministri nell’interesse pubblico. Dobbiamo ritornare ad essere cittadini liberi e non più sudditi”. Segue un lungo applauso che manifesta la vicinanza al magistrato che da oltre 7 anni ha lavorato in questo territorio. Ma sabato sera, forte è stata la testimonianza di Salvatore Borsellino, di Gioacchino Genchi e del magistrato Ingroia che ha ripercorso i momenti che vanno dal dopo stragi fino alla legislazione attuale. Ieri mattina per le vie del paese tanti giovani in bici per dire che “Qui i mafiosi non hanno cittadinanza”.
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