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PALERMO – La proposta di istituire una commissione che indaghi sulla gestione dei collaboratori di giustizia e la stabilizzazione del 41 bis sono stati alcuni dei punti sui quali ha deposto il senatore Lino Jannuzzi nel processo a Marcello Dell’Utri, il parlamentare di Forza Italia accusato di concorso in associazione mafiosa.
Jannuzzi è stato citato dalla difesa in seguito al deposito agli atti del processo delle trascrizioni di alcune intercettazioni. Il medico Salvatore Aragona, arrestato lo scorso giugno per concorso in associazione mafiosa, parlando con il boss Giuseppe Guttadauro si vanta di avere numerose amicizie, come quella col senatore Dell’Utri, sostenendo di poter contattare il giornalista Lino Jannuzzi per ”offrirgli” spunti di riflessione sulla legislazione antimafia.
Il senatore, rispondendo alle domande dell’avvocato Roberto Tricoli, ha detto di non aver mai conosciuto Aragona.
L’intercettazione è del 9 aprile 2001 e Aragona commenta con Guttadauro l’elezione di Dell’Utri al Parlamento europeo. Entrambi sostenevano che dopo il voto ”non si è più fatto vedere”. Sempre nella stessa conversazione Aragona spiega a Guttadauro che il segretario di Dell’Utri si sarebbe offerto come tramite per fargli ottenere, quando lui lo avesse voluto, un appuntamento con Lino Jannuzzi. Aragona parla di ”imbeccate”, ”spunti di riflessione” che potevano essere offerti al giornalista, ”perché lui sa cosa fare”.
Il pm Antonio Ingroia ha ricordato al teste che in un articolo pubblicato da ”Il Velino” il 12 luglio 2001, veniva riportata la notizia che Jannuzzi stava proponendo l’istituzione di una commissione parlamentare sulla gestione dei pentiti. Il magistrato fa notare ai giudici che la data è vicina a quella in cui i carabinieri registrano il dialogo fra Aragona e Guttadauro.
”La proposta di una commissione sui pentiti – ha detto il teste – nasce sullo scetticismo e l’inefficienza della Commissione antimafia, la quale non ha mai concluso i suoi lavori con un rapporto su cui si è poi discusso in Parlamento”. Jannuzzi ha poi aggiunto che in aula al Senato era stato uno dei cinque parlamentari che si era opposto alla stabilizzazione del 41 bis, ”ma non ho mai pensato di scrivere un libro su questo argomento” La deposizione di Jannuzzi doveva concludere l’acquisizione delle prove di accusa e difesa. Il dibattimento, che dura da sei anni, oggi si sarebbe potuto chiudere se i pm non avessero fatto richiesta di rinvio dell’udienza per preparare l’istanza di eccezione di incostituzionalità agli articoli del lodo Schifani a cui i giudici la scorsa settimana hanno fatto riferimento per dichiarare inutilizzabili i tabulati telefonici e le dichiarazioni – su questo punto – del consulente della procura, Gioacchino Genchi.
L’udienza e’ stata rinviata al 22 dicembre. (ANSA)
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