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COOPERATIVE: SICILIA, INDAGATI 30 DEPUTATI REGIONALI

Ansa - 21 ottobre 1996 - di Redazione

PALERMO – Trenta avvisi di garanzia con l’ipotesi di reato di concorso in abuso d’ ufficio, sono stati notificati ad altrettanti esponenti politici siciliani di vari partiti, nell’ambito di una inchiesta della Procura di Palermo sul finanziamento alle cooperative giovanili in Sicilia. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Gaetano Paci, prese l’avvio nel novembre dello scorso anno. Gli investigatori accertarono una serie di irregolarità nella gestione dei finanziamenti regionali alle cooperative giovanili, da parte dell’allora assessore alla presidenza Vincenzo Leone che è stato indagato per abuso d’ufficio continuato. Secondo l’accusa Leone aveva ”favorito” numerose cooperative che erano state ”segnalate” dai trenta politici adesso indagati, registrando i finanziamenti e le ”appartenenze politiche” delle società in un computer della presidenza della regione. Dati che furono cancellati, secondo l’accusa, subito dopo l’avvio dell’indagine. Il computer, sequestrato dai carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, è stato poi affidato al consulente della Procura, Gioacchino Genchi, direttore del Centro Elettronico Interregionale del Ministero degli Interni, che è riuscito a recuperare le informazioni che erano state cancellate.

Attraverso la lettura dei ”files” gli investigatori hanno identificato i politici che avevano sollecitato i finanziamenti. Questi i nomi degli indagati: Bernardo Alaimo, Giovanni Burtone, Giovanni Campione, Angelo Capodicasa, Luigi Colombo, Filippo Fiorino, Raffaele Gentile, Luigi Granata, Matteo Graziano, Calogero Gueli, Angelo La Russa, Adriana Laudani, Salvatore Lauricella, Calogero Mannino, Salvatore Leanza, Mario Concetto Mazzaglia, Salvatore Lombardo, Nicolò Nicolosi, Giovanni Palillo, Pietro Pizzo, Salvatore Placenti, Salvatore Plumari, Sebastiano Purpura, Giuseppe Reina, Michelangelo Russo, Domenico Segreto, Salvatore Stornello, Gioacchino Vizzini. Sono anche indagati per gli stessi reati il notaio Pietro Ferraro (imputato anche in un processo per mafia) e l’avvocato Giacomo Hopps.

Tra gli indagati ci sono anche Nicola Bono, ex capogruppo del Msi all’Ars e attuale deputato nazionale di An, e l’assessore regionale agli Enti locali, Sebastiano Burgaretta (Ccd). I deputati indagati appartengono a tutte le vecchie forze politiche presenti all’Ars tranne la Rete. L’inchiesta è una prosecuzione di un’indagine sull’ex assessore Leone (arrestato più volte) nata da un esposto del dirigente regionale Massimo Finocchiaro, di 38 anni. Il dirigente denunciò irregolarità nei finanziamenti a 16 cooperative del trapanese risultate poi società fantasma create appositamente per ottenere i contributi. Nelle deposizioni ai magistrati il funzionario segnalò anche che nelle riunioni del comitato tecnico amministrativo che decideva sui finanziamenti l’assessore Leone partecipava con un foglio con testo digitato al computer nel quale accanto al nome della cooperativa era scritto il nome del ”segnalante”. Alla fine del ’95 i carabinieri sequestrarono il database di un computer dell’assessorato alla Presidenza dal quale poi è stato tratto il file con i nomi dei politici. Finocchiaro dall’inizio dell’anno è in aspettativa. ”Dopo la mia denuncia – dice – sono stato retrocesso nelle funzioni. Per un anno e mezzo non mi hanno fatto lavorare quindi mi hanno tagliato il telefono che avevo in ufficio. Lo scorso dicembre, mi hanno tolto la stanza in assessorato. La situazione era insostenibile”. (ANSA).