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Le telefonate con i boss stragisti: indagine sul fondatore del primo club forzista

L'inchiesta di Firenze sui mandanti delle bombe. Giovanni La Lia, fondatore del club di Berlusconi in Sicilia, è ora indagato per false informazioni ai magistrati. I pm lo hanno ascoltato due volte per capire le ragioni dei contatti con la batteria degli stragisti di Brancaccio

Domani - 14 agosto 2024 - di Nello Trocchia

Marcello Dell’Utri resta l’unico indagato per strage, intanto, i pm hanno aperto nuovi filoni d’indagine FOTO ANSA   Il suo nome era apparso in alcune cronache per un misterioso traffico telefonico, risalente al 1993. Da una parte il primo presidente di un club di Forza Italia, in Sicilia, dall'altra gli stragisti, Filippo e Giuseppe Graviano. Il mistero è durato 30 anni e solo ora diventa un'indagine giudiziaria, ulteriore riprova di ritardi, omissioni e incomprensibili distrazioni nella ricostruzione di quella stagione di sangue e terrore. Adesso però Giovanni La Lia, incensurato…

Trattativa, teorema Genchi: ‘Le verità che nessuno dice’

Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, la sentenza trattativa. Intervista a Gioacchino Genchi

Live Sicilia - 26 settembre 2021 - di Antonio Condorelli

[video width="640" height="360" mp4="https://gioacchinogenchi.it/wp-content/uploads/2021/09/mafia-trattativa-falcone-sd-480p_Twc0MZnf.mp4"][/video]   PALERMO – Dal cuore dell’ufficio di Giovanni Falcone, col quale ha collaborato, ha imparato a conoscere equilibri e dinamiche degli assetti che reggono il potere non solo istituzionale a Palermo e nello Stato. Gioacchino Genchi, oggi avvocato, ieri vice questore aggiunto ed esperto informatico ripercorre gli anni più caldi delle Stragi, partendo dall’ultima sentenza, che ha smontato il teorema della “trattativa”, a partire dal coinvolgimento degli imputati assolti. Lo abbiamo intervistato. Avvocato, cosa ne pensa della sentenza e del processo sulla “trattativa Stato – mafia”? “Molti…

FI e l’ombra dei Graviano sul primo “club” in Sicilia

PROMEMORIA SULLE STRAGI. Le bombe del 1993

il Fatto Quotidiano - 11 ottobre 2019 - di Marco Lillo

Quando il 27 gennaio 1994 i carabinieri arrestano i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano, a Milano, viene sequestrato un telefonino Microtacs Motorola alla futura moglie di Filippo.   Il super-consulente Gioacchino Genchi scopre che in un anno “stranamente” ha effettuato solo 6 chiamate e ne ha ricevute 7.   Per Genchi “è verosimile che sia stato utilizzato per la ricezione di telefonate da utenze installate in sede fissa (private e pubbliche, cabine ecc..) per le quali in Italia non è prevista la registrazione del traffico”.   I Graviano sfruttavano il…

”Dell’Utri telefonava ai mafiosi”. Genchi accusa: le prove nei tabulati

Il consulente informatico: così ho ricostruito i contatti tra Cosa nostra e Forza Italia

Repubblica - 17 dicembre 2009 - di Alessandra Ziniti

PALERMO - Che il principe Domenico Napoleone Orsini, uno degli artefici delle Leghe del Sud, "agganciato" dai mafiosi di Leoluca Bagarella, avesse telefonato prima ad Arcore a Silvio Berlusconi e poi a Dell'Utri un pomeriggio di febbraio del '94 per chiedere posti in lista per i suoi amici siciliani nel nascente movimento di Forza Italia, è circostanza che aveva già riferito al processo Dell'Utri dove i pm lo avevano chiamato a deporre. Ma adesso Gioacchino Genchi, il consulente informatico di diverse procure indagato per gli accertamenti da lui condotti nell'ambito…

Dell’Utri assolto dall’accusa di calunnia

Secondo i pm il senatore di Fi aveva organizzato una "combine" contro i pentiti che lo accusano di collusione mafiosa nel processo in cui è stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa

Comunicato stampa - 9 ottobre 2006 - di Redazione

Assolto "per non avere commesso il fatto". E' la sentenza emessa nei confronti di Marcello Dell'Utri, dai giudici della quinta sezione del tribunale di Palermo. Il senatore di Forza Italia era accusato di accusa di calunnia aggravata. Nei confronti del coimputato Cosimo Cirfeta, morto suicida nei mesi scorsi in carcere, i giudici hanno dichiarato "il non doversi procedere perché il reato è estinto per morte del reo". Il processo riguardava la presunta "combine" che, secondo l'accusa, il parlamentare avrebbe messo in atto con la complicità dei pentiti, Giuseppe Chiofalo e…

Difese Dell’Utri, muore in carcere

Denunciò, ma fu smentito, i pentiti che accusavano il senatore - Milano, Cosimo Cirfeta era sotto processo a Palermo per calunnia insieme al politico di Fi. Ha inalato gas, aperta inchiesta

Repubblica - 20 marzo 2006 - di Salvo Palazzolo - Ferruccio Sansa

MILANO - Cosimo Cirfeta porterà con sé nella tomba molti segreti: la Sacra Corona Unita, la Mafia e la verità su Marcello Dell'Utri. La polizia penitenziaria di Busto Arsizio (Varese) lo ha trovato morto sabato nella sua cella, nel braccio per i pentiti: Cirfeta era disteso in terra, accanto a lui la bomboletta di gas della cucina. Gli agenti non hanno molti dubbi: «I detenuti si drogano così, sniffano il gas». La procura, però, ha aperto subito un'inchiesta. Anche perché la morte di Cirfeta è comunque un giallo. Proprio sabato,…

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